Export in Russia: l’embargo pesa sui prodotti locali
Trend in calo: -14,7 milioni di euro dal 2014. Agroalimentare e sanzioni: -2,1 milioni in un anno
TRENTO Sanzioni nei confronti della Russia che non hanno risparmiato nemmeno l’export trentino. Il dato di esportazioni in calo di oltre 14,7 milioni dal 2014 al 2015 emerge dalla risposta fornita all’interrogazione scritta presentata in merito dal consigliere provinciale Claudio Cia (gruppo misto-Agire).
«Secondo l’Ufficio studi della Cgia di Mestre, l’embargo alla Russia da parte dell’Unione europea è costato all’Italia 3,6 miliardi di euro. Nel 2013 l’Italia esportava in Russia beni e servizi per 10,7 miliardi di euro, nel 2015 l’importo è sceso a 7,1 miliardi di euro. Oltre il 72% del totale del calo dell’export verso la Russia ha interessato Lombardia (-1,18 miliardi), Emilia Romagna (-771 milioni) e Veneto (-688,2 milioni). A oggi non è dato conoscere quanto estese siano le perdite economiche registrate sul nostro territorio, né quali siano i settori più colpiti». Recita così il testo dell’interrogazione indirizzata da Cia al presidente del consiglio Bruno Dorigatti. In particolare contiene una richiesta dei dati aggiornati sui danni derivanti all’economia trentina dalle sanzioni alla Russia «nel qual caso indicando quali sono i settori produttivi maggiormente colpiti».
La risposta: «Le conseguenze per le imprese trentine derivanti dalle sanzioni economiche adottate dalla Federazione Russa risultano significative per le tipologie di produzioni identificate dal decreto del presidente della Federazione Russa che dispone l’embargo di un anno su una lista di cinque categorie di beni alimentari: ortofrutticoli freschi, carni fresche e lavorate, latte, formaggio e derivati, alimentari diversi, pesci e crostacei, provenienti da Stati Uniti, Unione europea, Canada, Australia e Norvegia. Per l’export trentino nell’area russa, il comparto della frutta e dei formaggi è sottoposto al regime più restrittivo delle sanzioni. Va peraltro tenuto conto del fatto che le vendite estere del settore melicolo trentino sono destinate al mercato russo per una quota inferiore al 2% sul totale del fatturato; ancor minore è il peso per il settore dei formaggi, che non raggiunge lo 0,5% del totale venduto».
L’esatto ammontare delle perdite non sarebbe stimabile a priori («Parte della produzione può essere riallocata su altri mercati»). I dati: dal 2010 al 2014 il valore dell’export dei prodotti dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca era diminuito da 867.653 euro a 393.517 euro (con un picco in basso di 152.019 nel 2013) per poi crescere nel 2015 e toccare 7.572 euro. Il trend per prodotti alimentari, bevande e tabacco: un valore di 596.873 euro nel 2010, di 3.236.789 nel 2014 e 1,5 milioni nel 2015. Il passaggio per gli altri settori è stato da 28,6 milioni (2010) a 38,7 milioni (2015). Infine i dati totali: 30 milioni e 152.911 euro nel 2010, 46,8 nel 2011, 72 nel 2012, 57 nel 2013 , 54,9 nel 2014 e 40 milioni e 246.635 lo scorso anno.