Vermigliana, ricordi di guerra
La Vermigliana, il torrente che da passo Tonale scende verso Vermiglio fino al paese di Ossana, dove si getta nel Noce, ha disegnato nel corso dei millenni una valle stretta come una grande «V». Per secoli, date le sue caratteristiche e la sua posizione, la valle ha rappresentato un’antica via di collegamento tra popoli alpini, non sempre in pace fra di loro. Come tutte le aree di confine, posta ancora oggi a scavalco tra la provincia di Trento e la Lombardia, la Vermigliana ha conosciuto in tempi di guerra la ferocia degli eserciti e la costruzione di imponenti fortificazioni. Passeggiare in questi territori, percorrendo una delle molte escursioni che essi offrono al turista, significa ripercorrere i luoghi della storia proprio dove, cento anni fa, le sponde orografiche destra e sinistra della valle di Vermiglio furono interessate dalla costruzione delle fortezze austriache. Il sentiero che da Baita Velon (raggiungibile in automobile con una piccola deviazione sulla sinistra lungo la strada provinciale 42 di passo del Tonale, appena prima di Forte Strino) porta alla località Le Carbonare consente di raggiungere la balconata naturale dove un tempo era posto forte Pozzi Alti, i cui ruderi sono oggi ben visibili. Da Baita Velon, ottimo punto di appoggio a 1.353 metri di quota con servizio ristorazione e cucina tipica, inizia il sentiero 233 che conduce al belvedere del forte austriaco (1.884 m). Escursione semplice, circa tre ore di cammino andata/ritorno, si sviluppa ai piedi del Gruppo della Presanella, del Croz della Luna e di Cima Scarpacò. Raggiunto il forte austriaco, ci si lascia incuriosire dalla cornice storica degli eventi che caratterizzarono la Grande guerra. Forte Pozzi Alti, in orografica destra della Vermigliana, era parte di un sistema difensivo che comprendeva anche i forti Strino, Mero e Zaccarana. Il complesso di fortezze costituiva la tagliata del Tonale, appena prima del valico, a presidio dell’antico confine austriaco.