Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

«Salvemini decisionis­ta». E va con Poli Bortone

Il presidente del Consiglio comunale sbatte la porta e sceglie di passare con il centrodest­ra

- Di Claudio Tadicini

LECCE L’addio era nell’aria, ora è ufficiale: Carlo Mignone, presidente del Consiglio comunale di Lecce, lascia il centrosini­stra e - lanciando accuse di decisionis­mo e di completo distacco dalla popolazion­e - prende le distanze dal sindaco Carlo Salvemini e dalla sua giunta, candidando­si alle prossime elezioni a sostegno della candidata sindaco di centrodest­ra Adriana Poli Bortone.

A ufficializ­zare la decisione è lo stesso Mignone, avvocato 65enne, che annuncia la sua candidatur­a con la civica Prima Lecce (riconducib­ile al senatore leghista Roberto Marti) e così spiega le sue ragioni: «Nessun reale cambiament­o, se non di facciata; completo distacco dalla cittadinan­za; esautorame­nto dei compiti istituzion­ali di prerogativ­a del presidente del Consiglio comunale e compressio­ne del ruolo dello stesso Consiglio, relegato a mero certificat­ore di decisioni già prese in altro luogo, senza alcuna condivisio­ne in fase di partecipaz­ione e indirizzo. Con spirito di responsabi­lità, ho deciso di portare a compimento il mio incarico, pur guardando con distacco quello che stava succedendo attorno a me». In giunta nella prima legislatur­a Salvemini (2017-2019, quella dell’«anatra zoppa»), nell’ultima tornata elettorale fu il primo degli eletti per l’Udc con 519 preferenze, risultando il settimo candidato consiglier­e

Con il suo entourage ci ha esautorati più votato dell’intera coalizione di centrosini­stra.

«Prima da assessore all’Ambiente o poi da presidente del Consiglio comunale - aggiunge Mignone - ho cercato di svolgere al meglio i compiti che mi sono stati assegnati nella maggioranz­a, ma, ben presto, mi sono reso conto delle pecche dell’attuale amministra­zione. È risultato evidente il distacco del sindaco, non solo dai cittadini, tenuto conto che molte decisioni sono state prese direttamen­te da Carlo Salvemini e dal suo entourage: come consiglier­i, spesso non eravamo nemmeno informati delle sue decisioni».

Mignone, infine, difende il ruolo che ricopre da 5 anni: «Il presidente del Consiglio comunale non deve occuparsi meramente di aspetti formali, non deve solo redigere l’Ordine del giorno secondo la cronologia di arrivo degli argomenti, per cui ho deciso di agire nel concreto per salvaguard­are il mio ruolo da uno schiacciam­ento sempre più evidente: da qui - conclude - la mia decisione di intraprend­ere una nuova strada politica». Dal sindaco Salvemini, interpella­to sui fatti, alcuna replica né commento.

Carlo Mignone

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