Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
L’appello di Decaro al Bari «Evitare la C a tutti i costi»
Post del sindaco, monito ai giocatori e alla società. «Proverò a raggiungere il ritiro»
Allarme rosso. Il Bari si trova in quel livello sotto il quale non c’è via d’uscita. Se il campionato di serie B finisse ora non ci sarebbe neanche bisogno dei play out per decretare il fallimento totale di un’annata partita con tutt’altri presupposti. Sarebbe serie C. E ciò che è peggio è che mancano solo tre partite per invertire la rotta. In panne non è solo una squadra, ma una città che ha fatto tanto, praticamente tutto, per risalire la china dopo il fallimento dell’era Giancaspro. Dalla D alla B in poco tempo. Dalla B alla C dopo aver sfiorato la A sarebbe uno psicodramma.
Sarà per questo che a muoversi non sono solo i tifosi che riempiono la curva nord, ma sostenitori di ogni settore, di ogni realtà, rappresentativi di ogni categoria. Come il sindaco Antonio Decaro, che avverte su di sé la responsabilità di una scelta che sono un anno fa sembrava azzeccata. La migliore possibile. In un lungo e accorato post pubblicato sui suoi canali social Decaro lancia messaggi chiari ma anche impliciti a destra e a manca. Alla squadra e ai dirigenti. Ma pure a se stesso. La conclusione di questo post è anche la vera notizia. «Domani (oggi, ndr), anche se non sono stato autorizzato – scrive – proverò a raggiungere la squadra in ritiro, per far capire a tutti, calciatori, tecnici e dirigenti, che il destino del Bari calcio è un bene prezioso per tutta la città e come tale va tutelato. Non so se servirà, ma ho il dovere di provarci».
Un faccia a faccia che ricorda quanto fatto già in passato, quando il primo cittadino provò a far capire a tutti cosa significasse «la» Bari per un barese. Eravamo nel 2021, alla vigilia del derby con il Foggia. Oggi verosimilmente le vibrazioni saranno ancora maggiori. E chissà che non possano fungere da scossa per un gruppo che, al netto di isterismi ed espulsioni inconsulte e controproducenti, non sembra avere gli attributi per stravolgere il trend negativo.
Domani si gioca con il Parma capolista, compagine tecnicamente di un altro pianeta, peraltro ancora non aritmeticamente certa della promozione nella massima serie. Basta questo per non far dormire sonni tranquilli al Bari, che ha un piede nella fossa e non può rassegnarsi al crollo verticale. «Non giriamoci intorno – ha detto ancora Decaro – quella del Bari è stata una stagione disastrosa. Ma non è ancora finita. E allora ci sono due cose da fare».La prima è una pietra scagliata al cuore dei calciatori. Ben più del retorico invito a onorare la maglia. «Nelle prossime tre (o cinque) partite – sono le sue parole – dovete gettare in campo l’anima. Se ce l’avete. Lo so, per voi retrocedere è solo un piccolo inciampo professionale. Il giorno dopo andate in vacanza, dimenticate tutto e pensate al prossimo contratto da firmare. Per tantissimi di noi baresi sarebbe invece un colpo emotivo terribile. E va evitato a tutti i costi». Scritte, le ultime quattro parole, in un maiuscolo che vale quanto un imperativo. «La seconda cosa – ha proseguito – devono farla dirigenti e proprietari. Comunque vada a finire e qualunque sarà il futuro societario del Bari, bisogna prendere atto che quest’anno è accaduto qualcosa che va al di là della normale alternanza tra successi e delusioni sportive. E allora chi comanda deve assumersi le responsabilità dei tanti errori che ci hanno condotto fin qui». Ed eccola, la conclusione. «Un incontro pubblico aperto ai tifosi, che sono i veri, unici “azionisti” della squadra – è la chiosa di Decaro – Ho sbagliato qualcosa anch’io? Bene, sarò presente a quell’incontro per rispondere a tutte le vostre domande, come sempre, senza nessun filtro. Ve lo devo, in nome della promessa che vi feci sui gradoni del Della Vittoria, nell’estate di sei anni fa». Un passato, nemmeno remoto, da bandire assolutamente.