Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Ricatto a luci rosse per l’esame Prof a processo
Imputato il docente Fabrizio Volpe
È iniziato ieri il processo nei confronti del docente universitario barese 47enne Fabrizio Volpe, associato di Diritto privato della facoltà di Giurisprudenza, imputato per concussione, tentata concussione e violenza sessuale aggravata nei confronti di una studentessa.
Nel procedimento penale si sono costituite parti civili, già in udienza preliminare, l’Università di Bari e la studentessa presunta vittima della violenza. Dinanzi al Tribunale i difensori di Volpe, gli avvocati Angelo Loizzi e Elio Addante, hanno sollevato una eccezione sulla nullità del decreto che ha disposto il giudizio. La Procura si è riservata di discutere della questione nell’udienza del 16 dicembre prossimo. Il docente - stando alle indagini coordinate dal sostituto procuratore Marco D’Agostino- avrebbe chiesto, minacciando la vittima, prestazioni sessuali e anche denaro per superare gli esami. «Abusando della sua qualità di professore universitario - è scritto negli atti dell’inchiesta - in più occasioni» avrebbe costretto la studentessa «a corrispondergli utilità in denaro, sotto la esplicita minaccia di impedirle la prosecuzione degli studi universitari o comunque di frapporre ostacoli al suo corretto svolgimento, in quanto persona influente in ambito universitario, in grado di condizionare in positivo o in negativo - scrivono gli inquirenti - grazie alla sua posizione accademica e alle conoscenze dirette con diversi altri docenti, il buon esito degli ulteriori esami che la ragazza avrebbe sostenuto».
Più in particolare il docente avrebbe chiesto «espressamente alla ragazza di avere rapporti sessuali con lei e poi di fronte al diniego delle vittima» si sarebbe fatto promettere «la somma di 500 euro ad esame». I fatti contestati risalgono agli anni 2011-2015. Volpe è stato sospeso per 5 anni dalla cattedra di Diritto privato del dipartimento di Giurisprudenza e per l’intera durata della sospensione gli sarà corrisposta una indennità pari al 50 per cento della retribuzione e gli assegni familiari.