Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Baby gang, anzi giovani d’onore
Bari, allarme Dia sui minori in odore di mafia: «È il titolo dato ai parenti di pregiudicati»
Nell’ultima relazione riferita ai primi sei mesi del 2019 presentata in Parlamento, la Direzione distrettuale antimafia ha lanciato l’allarme sui baby-criminali e non ha esitato a segnalare a Bari la presenza di «giovani d’onore». Secondo l’analisi della Dia si tratta di un «titolo onorario attribuito ai parenti di pregiudicati». Il reclutamento dei minorenni da parte delle cosche è un fenomeno in continua crescita, ragazzini in modo particolare pronti a impugnare una pistola o a piazzare una bomba.
A volte studiano da boss, scelgono di mettersi in mostra sul macabro palcoscenico del crimine assecondando le logiche mafiose attraverso prove di ferocia o proponendosi per reati funzionali agli interessi dei clan; altre volte invece seguono un destino segnato ancora prima, quando per conquistare un posto di rilievo nei ranghi della criminalità organizzata basta un nome pesante, un legame di sangue che si rivela come passaporto per una strada ben tracciata a cui è difficile sfuggire: sono i criminali con il volto da ragazzini, minorenni pronti a impugnare una pistola o a piazzare una bomba per scalare posizioni nello scenario a tinte fosche che incombe sulla Puglia, un fenomeno che adesso ha assunto i contorni di un’emergenza criminale e anche sociale. Al punto che nell’ultima relazione riferita ai primi sei mesi del 2019 presentata al Parlamento, la Direzione investigativa antimafia lancia l’allarme e non esita a segnalare la presenza a Bari di «giovani d’onore».
Gli investigatori scrivono che«in Puglia risulta di rilevante attualità il problema della criminalità giovanile» e si assiste «alla cooptazione di minori per incrementare gli organici dei clan e ad un salto di qualità nelle modalità d’impiego». Nella relazione della Dia ci si sofferma su questo aspetto e si spiega inoltre che «per giovane d’onore si intende una specie di titolo onorario attribuito ai consanguinei di pregiudicati mafiosi che possano assurgere al più ambito titolo di uomini d’onore». Insomma, le gerarchie che sostengono l’impalcatura delle organizzazioni mafiose sono una realtà che può diventare persino un modello per i minorenni. Tanto più che «proprio i ragazzini dice il comandante regionale della Dia, Vincenzo Mangia stanno diventando fondamentali per i clan: non soltanto perché garantiscono il presidio del territorio da cui passa ogni strategia mafiosa, ma anche perché riempiono un vuoto di potere e servono ad affermare le direttive dei boss detenuti». Il dirigente della Dia pugliese aggiunge che i ragazzi tra i 14 e i 17 anni «vengono utilizzati per tutto: droga, armi, pizzo». «Anche soltanto l’esplosione di fuochi d’artificio in un determinato momento e in una certa zona precisa Mangia - può rientrare in un disegno ben preciso per favorire le cosche».
Proprio per arginare questa deriva drammatica che rischia di alimentare il reclutamento di giovani leve del crimine e fare terra bruciata del tessuto sociale in un territorio già problematico, è stato siglato un accordo tra Direzione distrettuale antimafia e Procura per i minorenni. L’intesa prevede una stretta collaborazione, che si traduce in un prezioso flusso di informazioni, particolarmente utili nella lettura delle dinamiche dei clan. «Basti pensare ai reati spia», dice il procuratore per i minorenni Ferruccio De Salvatore. Il quale spiega che «determinati episodi criminosi possono apparire come isolati, ma in realtà vanno inseriti in un determinato contesto che consente di fare luce su scenari in continua evoluzione». Ecco quindi che al di là di un’estorsione o di un singolo caso di spaccio può celarsi una strategia più ampia orchestrata dai boss che mirano al controllo degli affari e del territorio. «Anche se in questo momento non ci sono minorenni indagati per associazione mafiosa - precisa De Salvatore - abbiamo motivo di ritenere che ci siano profondi legami tra criminalità organizzata e minorenni».
Del resto ai ragazzini vengono affidati compiti sempre più delicati dai boss. Lo confermano le indagini più recenti. Da cui emerge - scrive la Dia nella relazione - «il ruolo di rilievo ricoperto da elementi molto giovani o appena maggiorenni».
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Vincenzo Mangia
I ragazzini vengono utilizzati per armi, droga e pizzo
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Ferruccio De Salvatore Ci sono casi che vanno inseriti in contesti più ampi