Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

«Io, accusato di omicidio non riesco a superare la morte di mia figlia»

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«Provengo da una famiglia molto umile». Inizia così lo sfogo di un detenuto nel carcere di Trani che sta scontando una pena per omicidio. «Certamente questo periodo per me non è affatto positivo, anzi posso dire di avere bisogno di tanto aiuto perché non riesco a superare, ad affrontare un evento accaduto circa un anno fa. La morte della mia adorata figlia. Non posso assolutame­nte accettarlo perché l’ho tanto desiderata, l’ho tanto amata sin dal primo giorno della gravidanza e ora, a quasi un anno dalla scomparsa, io parlo ancora con lei, la sento vicino e per me lei non è mai andata via. Ma non ho mantenuto fede alla promessa che le avevo fatto. Quella di proteggerl­a sempre. Non c’è un giorno che non sogno il suo dolcissimo e piccolo visino. Sento la sua voce che mi dice: “Papà ti sono sempre vicina” però subito dopo nella mente riaffioran­o i ricordi di quel maledettis­simo giorno quando uscì dalla stanza la dottoressa e con voce tremante mi disse che la stellina non ce l’aveva fatta. Non supererò mai tutto questo, non posso accettarlo. La mia vita è totalmente cambiata da quel giorno. Non trovo più senso ad ogni gesto che compio, quindi posso solamente dire che la mia vita è finita. Non c’è più quel ragazzo che aveva tanti obiettivi da raggiunger­e. Godetevi la vita e ogni singolo attimo, perché noi possiamo essere sinceri e leali con lei, ma molte volte lei ci riserva brutte sorprese e infrange in un secondo tutto quello che abbiamo costruito. Quando l’amore viene meno, viene meno tutto il senso della vita, quando meno ce lo aspettiamo veniamo travolti da un mare di dolore».

La frase

«Non trovo più senso ad ogni mio gesto, la vita finisce qua»

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