Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Silletti: «Al servizio della Puglia»
Il generale anti xylella: «Io candidato? Non chiedo nulla, ma sono lusingato»
«Se chiamato sarei pronto a servire la Puglia; io non chiedo nulla». Il generale in pensione Giuseppe Silletti, ex commissario anti-xylella, risponde così alle indiscrezioni sulla possibile designazione a candidato governatore. Intanto Fdi chiede al Consiglio regionale di approvare una proposta da inviare al Parlamento per rafforzare in chiave ulteriormente maggioritaria le norme elettorali.
«Sono abituato da sempre a lavorare per le istituzioni: per 41 anni ho servito nel corpo della Forestale. Se chiamato a qualche forma di responsabilità, sarei pronto a servire la Puglia». L’ex generale Giuseppe Silletti, già commissario governativo per la lotta alla Xylella, commenta così le indiscrezioni sul fatto che una parte del centrodestra è pronto a designarlo al ruolo di candidato governatore. «Sono consapevole – continua Silletti con tono cortese – che si tratterebbe di una gravosa responsabilità, da ponderare con molta attenzione. A me non è stato chiesto nulla, né io chiedo nulla a chicchessia. Al contrario, so che sono in gioco autorevoli candidature e dunque se dico di essere pronto a servire la Puglia è solo per il rispetto che porto verso le istituzioni. Non c’è alcuna arroganza, né protervia nelle mie dichiarazioni».
Silletti si conferma l’uomo mite e garbato che tutti (nel centrodestra) conoscono. Perché, a dirla tutta, l’ex generale dei carabinieri della Forestale, 66 anni, originario di Santeramo, non è completamente sconosciuto alla politica. Nella sua città è stato assessore comunale, di estrazione civica, in una giunta dell’allora neonato centrodestra della cosiddetta seconda Repubblica: erano gli anni tra il 1995 e il 1998. Silletti viene considerato amico di personaggi molto noti di quella stagione politica, come l’ex sottosegretario Alfredo Mantovano e l’ex ministro Gianni Alemanno. Entrambi militanti, allora, nelle fila di Alleanza nazionale.
Strada aperta per Silletti? Neppure per idea. Come saggiamente avverte Ignazio Zullo (Dit-Fdi) «ogni candidatura dovrà essere vagliata al tavolo nazionale, dunque ogni nome che si facesse oggi, rischierebbe di passare presto nel dimenticatoio». Ha ragione, è il tavolo nazionale che dovrà decidere. E per prima cosa deve indicare il colore politico di ogni candidato nella rispettiva regione. Poi si passerà ai nomi. Tutti attendono con impazienza. A cominciare, si intuiIntanto, sce, da coloro che sono indicati come papabili. Si parla del leghista Nuccio Altieri, che è inserito in una rosa di tre nomi: tutti non eletti, dunque né eurodeputati, né parlamentari nazionali in carica. Aspetta anche Nino Marmo, nome proiettato nell’agone delle candidature dai vertici pugliesi di Forza Italia. Attendono anche i dirigenti di Fdi che potrebbero schierare Raffaele Fitto, dopo averne piegato le remore.
proprio gli aderenti di Fdi in Regione (Erio Congedo, Giannicola De Leonardis, Luigi Manca Renato Perrini, Francesco Ventola e il citato Zullo) hanno depositato un ordine del giorno su indicazione della leader Giorgia Meloni. Il documento chiede al Consiglio regionale di approvare una proposta di legge, in materia elettorale, da inviare al Parlamento nazionale. Le norme devono essere congegnate in modo da prevedere «almeno una quota di eletti col sistema maggioritario» e poi anche «un premio di maggioranza, compatibile con quanto stabilito dalla Corte costituzionale». Tradotto: si tratta di rafforzare in chiave ulteriormente maggioritaria le attuali regole di voto. Dunque in direzione opposta agli orientamenti della maggioranza giallorossa (che propende per una soluzione proporzionale). Anche Matteo Salvini muove nella stessa direzione di Meloni, ma lo fa con una richiesta di referendum (occorre il voto di 5 consigli regionali) per modificare le norme in vigore.
La proposta di Fdi in Regione, infine, sollecita l’elezione diretta del presidente della Repubblica.