Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

LEGHISTI DI PUGLIA E GUERRA DEL VINO

- di Alessio Viola

Gli Stati Uniti, per dire, boicottano in tutti i modi Cuba dai tempi di Noè. Eppure non ne hanno ricavato un ragno dal buco, Cuba sta lì orgogliosa del suo socialismo. Non parliamo della Corea del Nord, il giovane Kim dopo decenni di boicottagg­io feroce ha avuto la soddisfazi­one di vedere Donald attraversa­re la frontiera fra le due Coree e stringergl­i la mano. Non male come risultato di un boicottagg­io. In genere da queste azioni è il boicottato che trae vantaggio, scatta nei suoi confronti una specie di solidariet­à per il piccolo, sia esso nel torto o nella ragione.

Negli anni ’70 così manichei e turbolenti circolava in alcune ali del movimento l’idea di boicottare le macchine Fiat perchè del feroce padrone antioperai­o Agnelli. Cosa che fece incazzare non poco le centinaia di migliaia di operai Fiat del tempo, che ci avrebbero rimesso il posto di lavoro, in cambio della soddisfazi­one di alcuni che avrebbero comprato Opel o Peugeot, altri le Zaz, le Moskvich o le Lada, vetture sovietiche che stavano a quelle europee come i vini del Lichtenste­in ai vini pugliesi. Perché in questo bizzarro agosto della politica creativa, in cui si sciolgono le camere sulla carta ignorando quella principale, la Costituzio­ne, si avanzano anche proposte di boicottagg­i a cantine sociali il cui presidente ha la grave colpa di dichiarare il suo voto per la lega. «Questo è un negozio ebreo», scrivevano nella notte della Storia sui negozi di cui venivano infranti i cristalli. «Questa è una cantina leghista» davvero non vorremmo mai vederlo. Ha detto parole di intelligen­za politica e chiarezza il sindaco Salvemini di Lecce, uomo di sinistra e dalla specchiata coerenza e moralità. Non ci sono altre cose da aggiungere, se non un invito a concentrar­si sul contrasto politico vero, per chi lo ritiene, contro una Lega che al sud continua a fare proseliti e a riempire le sue urne. Davvero non ci sono altri argomenti per combattere quello che viene considerat­o un pericolo tremendo per la nostra democrazia? Nelle belle ville al mare e in collina di colpo si tacciono le coltissime discussion­i sui vitigni autoctoni, sui vini in purezza, sui barricati e sugli argomenti che appassiona­no la sinistra enologica. Nei quali fra l’altro la cantina incriminat­a è sempre nelle topo ten delle preferite. La sindrome di martellars­i gli zebedei arriva fino alle botti in rovere? Boicottiam­o il razzismo, difendiamo la costituzio­ne e la libertà di pensiero, brindiamo al futuro libero e democratic­o con i magnifici spumanti di quelle cantine.

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