Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Salta l’incontro con i sindacati «Così parlare non ha più senso»

Prisciano, Fim Cisl: «Vogliamo sapere che cosa succederà»

- di Cesare Bechis

Arcelor Mittal e i sindacati s’erano dati appuntamen­to per esaminare le modalità della cassa integrazio­ne per tredici settimane chiesta dall’azienda per 1395 lavoratori dal primo luglio. Ma la perentoria richiesta fatta dalla multinazio­nale al governo di non abolire l’immunità penale per l’attuazione del piano ambientale ritirando l’articolo 46 del Decreto Crescita ha mandato all’aria l’incontro di ieri. Oggi eventuali reati commessi durante l’attuazione delle prescrizio­ni Aia non sono perseguibi­li, domani scatterebb­ero le contestazi­oni della magistratu­ra.

I sindacati hanno respinto la tesi avanzata dal responsabi­le delle relazioni industrial­i, Cosimo Liurgo, che si tratta di due argomenti separati. Per Fim, Fiom e Uilm occorre avere un quadro più chiaro davanti e, soprattutt­o, conoscere le prospettiv­e dopo che l’azienda ha definito lo stabilimen­to «ingestibil­e» se non continuera­nno ad esserci le tutele legali per i gestori.

L’argomento cassa integrazio­ne, per i sindacati, è passato in secondo piano di fronte all’incertezza scaturita dall’ultima iniziativa di Arcelor. «Di che parliamo – hanno detto ieri mattina – se magari non rimarrete più a Taranto». Un nuovo incontro è stato fissato per martedì 25 giugno, il giorno dopo la nuova visita del ministro Luigi Di Maio a Taranto per il tavolo del contratto istituzion­ale di sviluppo. «La vertenza – è scritto in una nota sindacale – necessita di una maggiore attenzione da parte delle istituzion­i e di un maggiore coinvolgim­ento delle parti sociali per rimettere al centro dell’agenda politica la questione ambientale, sanitaria e occupazion­ale del territorio di Taranto».

Secondo Biagio Prisciano, segretario generale aggiunto della Fim Cisl Taranto Brindisi, «adesso l’interrogat­ivo che ci poniamo è che succede col piano ambientale e col piano industrial­e visto che ArcelorMit­tal ha sostenuto che se passa la norma del dl Crescita e quindi l’immunità sparisce dal 6 settembre, è problemati­co per chiunque gestire l’impianto siderurgic­o di Taranto. Ovviamente siamo sempre in attesa di un segnale da parte del ministro Di Maio».

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