Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Stufi solo di applaudire, un’esposizione anche a Taranto
La Fiera del Levante è un interessante momento di confronto programmatico, e in parte politico, per le nostre comunità. La sfida, però, che ormai hanno lanciato i grandi player multinazionali dell’e-commerce sta ridefinendo le regole del gioco, i bisogni connessi alla competitività delle nostre imprese. A questa nuova realtà bisogna aggiungere quello che qualcuno ha scherzosamente definito come un «non lungimirante baricentrismo», atteggiamento capace di creare un po’ di disaffezione e presentarsi come il segno di una distanza culturale prima che economica. Nonostante queste considerazioni, anche in occasione di questa edizione, registriamo la partecipazione di numerose aziende e sistemi associativi di categoria del nostro territorio. Per la governance dell’Ente Fiera è opportuno però studiare nuove modalità di rappresentatività degli interessi ionici. Solo così, forse, potremmo evitare che il prestigioso appuntamento diventi un poco produttivo specchio delle vanità della nostra classe dirigente. Nei giorni della Fiera bisogna avere la capacità di portare a casa più contratti commerciali di quante siano le assemblee programmate per il pubblico, magari in una location più moderna e funzionale; occorre avvicinare la stessa Fiera del Levante alle omologhe kermesse nordeuropee rilanciandola nella direzione desiderata dalle nostre attività produttive e bisogna ricongiungerla col sentire economico tarantino. Per non giungere su un binario morto (la gestione dello scalo di Grottaglie è lì a fare da monito), un asset così grande della Regione come è Taranto non può più essere un semplice espositore alla Fiera del Levante. Non si può chiedere alle nostre imprese di plaudere ogni settembre ad uno spettacolo poco impattante sui loro bilanci, sulle ricadute in genere per Taranto.
La città che amministro è la più importante stazione appaltante della Puglia, la piazza con il maggior numero di insediamenti industriali, un hotspot economico che, da solo, arriva a sviluppare quasi un terzo dell’export pugliese e, secondo gli analisti delle società di rating mondiali conserva l’outlook di maggiore prospettiva per i prossimi anni. Per il rafforzamento della Fiera serve un’ultima riflessione sull’attuale scenario camerale ed associativo pugliese. Le Camere di commercio di Taranto e Brindisi si fondono, mentre la nostra Confindustria sembra andare verso una sintesi con Bari. Forse è arrivato il momento di una strategia regionale ben definita, ove gli enti locali possano svolgere un ruolo di efficace interprete dei fermenti economici delle rispettive comunità. Da parte nostra ci domandiamo su quale tipo di contenitore espositivo è ragionevole investire risorse a Taranto. Stiamo pensando ad una Fiera di Taranto, in un punto di attrattività del nostro territorio urbano. Individueremo presto uno studio di architettura di caratura internazionale che sviluppi un concept nel quale inserire funzionali spazi espositivi, un centro di ricerca ed intrattenimento sulla vita marina, una serie di facility ricettive di grande fascino. In questo progetto tenteremo di associare altri Paesi rivieraschi del Mare Nostrum e dell’Euroregione Adriatico-Ionica. sindaco di Taranto