Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
L’accusa di Decaro «Così annullano la giustizia a Bari»
È scontro tra il sindaco e il ministero
Il giorno dopo lo scambio di comunicati tra Roma e Bari, sale di tono anche a livello politico la polemica sul caso del Tribunale di via Nazariantz, ormai da tempo inagibile. «Quando qualcuno dice che i piani stanno andando nel verso giusto, mi viene da pensare che forse sono i piani per annullare completamente la giustizia barese», dichiara il sindaco Antonio Decaro. Il quale chiude anche a una possibile proroga per l’edificio: «Se c’è bisogno di più tempo dichiara - per completare lo sgombero la chiedano, non posso decidere anche per altri».
Il conto alla rovescia verso il 31 agosto, data fissata per il completamento dello sgombero del Tribunale di via Nazariantz, continua a scorrere inesorabilmente in un clima di esasperazione e rassegnazione. Ma intanto, mentre avvocati e magistrati e dipendenti si preparano a rimanere senza una sede, il livello dello scontro tra il governo e il sindaco Antonio Decaro sale ulteriormente di tono. Il giorno dopo lo scambio di comunicati sull’asse Bari-Roma, il primo cittadino lancia il suo affondo e non usa mezzi termini: «Quando qualcuno dice che i piani stanno andando nel verso giusto - dichiara - mi viene da pensare che forse sono i piani per annullare completamente la giustizia barese».
Decaro si riferisce alla nota partita giovedì sera dal ministero in cui si sostiene che «i lavori procedono secondo tabella di marcia». Piuttosto sorprendente se si considera che tra meno di una settimana il palazzo di via Nazariantz dovrò diventare un contenitore vuoto. Uno scenario che è il risultato di un percorso accidentato e zeppo di errori. A cominciare dalla decisione del governo di ignorare la richiesta di magistrati e avvocati affinché venisse avviata una procedura d’urgenza per assicurare il funzionamento della giustizia fino alla revoca dell’aggiudicazione della ricerca di mercato in favore del palazzo ex Inpdap, immobile peraltro bocciato abbondantemente dagli addetti ai lavori fin dal primo momento. In mezzo c’è l’entusiasmo del ministro Alfonso Bonafede, che il 9 luglio ha annunciato la scelta dell’edificio di via Oberdan (proprio l’ex Inpdap) come nuova sede compiacendosi per aver seguito le regole ordinarie per poi ingranare una repentina retromarcia meno di un mese dopo e far sapere - alla vigilia del Ferragosto - che non se ne fa nulla perché «gli ordinari controlli amministrativi» hanno dato «esito negativo».
Se la situazione non preoccupa il ministero, il sindaco la pensa diversamente. «Non abbiamo il palazzo, le udienze sono state bloccate fino a settembre e magistrati avvocati ci spiegano che traslocare nell’immobile di via Brigata Regina significa non lavorare
Sono abituato a decidere, ma non posso farlo anche per gli altri
Verifiche Sopralluogo dei tecnici comunali, il 31 agosto il palazzo di via Nazariantz va lasciato
più perché non c’è spazio e bisognerebbe dividersi in quattro turni», spiega Decaro. Il quale entra poi nel merito della questione relativa a una possibile proroga della permanenza nell’edificio di via Nazariantz, dove ieri c’è stato anche un sopralluogo dei tecnici comunali: «Nessuno me l’ha chiesta, qualora ci fossero le condizioni di sicurezza possiamo concedere qualche giorno in più per completare lo sgombero, ma ci deve essere un’istanza precisa. Il sindaco - prosegue decide sull’agibilità ma la competenza sull’edilizia giudiziaria è del governo. Se da Roma chiederanno un po’ di tempo in più valuterò: sono abituato a decidere - conclude - ma non posso farlo anche per altri». E intanto il 12 ottobre il ministero dovrà comparire dinanzi al Giudice di pace per la prima delle decine di udienze in cui è stato citato dagli avvocati baresi, che chiedono un risarcimento per lo stop dei processi.