Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Il Montesardo nelle note dell’Ensemble
Gerolamo Melcarne, detto il Montesardo, agli inizi del ’600 è stato un pioniere dell’uso della chitarra spagnola in Italia. La sua riscoperta è relativamente recente, ad opera dell’Ensemble Terra d’Otranto che ha autoprodotto un cd dal titolo Hieronymus Montisardui.
Gerolamo Melcarne detto il Montesardo, dal nome del piccolo centro del Capo di Leuca (oggi frazione di Alessano) dove nacque verso la fine del Cinquecento, è stato un pioniere dell’uso della chitarra spagnola in Italia, una specie di avo del biscegliese Mauro Giuliani (il «Paganini della chitarra») che visse due secoli dopo, tra Sette e Ottocento. Melcarne, dopo essersi illustrato nei primi anni del Seicento nei più importanti centri musicali italiani dell’epoca, tornò in Salento per assumere l’incarico di maestro di cappella del Duomo di Lecce; e lì si persero le sue tracce. Non si hanno notizie certe sulla sua data di nascita e di morte, ma ci restano le sue opere stampate e ritrovate in biblioteche e archivi d’Europa. Tra esse, divise in ugual misura tra pezzi sacri (in latino) e profani (in italiano), spiccano alcune raccolte di monodie dai titoli suggestivi come L’allegre notti di Fiorenza e I lieti giorni di Napoli. La sua riscoperta è relativamente recente; vi ha giocato un ruolo non secondario la tenace attività dei musicisti dell’Ensemble Terra d’Otranto, fondato nel 1992 e specializzatosi nella riproposta di musica tardorinascimentale e barocca. Un mondo dove i confini tra la musica colta e quella popolare sono molto fluidi (basti pensare alla passacaglia o alle «follie»); lo stesso Ensemble si è dedicato allo studio delle antiche forme musicali terapeutiche e rituali, le antenate delle pizziche insomma, lasciandone traccia importante nel cd Mila, Mila Dòdeka (Velut Luna 2004). Intorno al Montesardo ruota anche l’attività del centro di musica antica «Accademia di Terra d’Otranto», che organizza un festival specializzato d’estate ad Alessano e dintorni. Ora il nuovo cd autoprodotto dall’Ensemble, Hieronymus Montisardui, lo vede cimentarsi direttamente con il repertorio di Melcarne; brani tratti dalle raccolte già citate ma anche da Amphiteatrum angelicum e dalla Nuova inventione d’intavolatura. Doriano Longo (in foto) al violino barocco, Luca Tarantino alla chitarra spagnola, Pierluigi Ostuni alla tiorba e Christian Accogli a organo e cembalo suonano con passione autentica. Fanno la loro parte le voci: il soprano Cristina Fanelli, il tenore Alberto Allegrezza e il basso Angelo De Leonardis.