Corriere del Mezzogiorno (Campania)

I 165 lavoratori socialment­e utili con quattrocen­to euro al mese I sindacati: «Vicenda kafkiana»

Per contratto possono lavorare solo dieci ore a settimana

- Luciano Buglione

NAPOLI Sono 165. Tutti dipendenti pubblici a tempo indetermin­ato. Ma per contratto possono lavorare solo per 10 ore a settimana, con un stipendio mensile di 400 euro. La loro prestazion­e quotidiana è valutata 13 euro al giorno, niente di più. “Vivono” così gli ex lavoratori socialment­e utili, assunti dalla Giunta regionale della Campania in applicazio­ne della legge di stabilizza­zione, con la quale venne riconosciu­to alle amministra­zioni un incentivo a regime per un importo annuo di euro 9.296. La Giunta De Luca ha regolarmen­te aderito al percorso predispost­o dal Dipartimen­to della Funzione Pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dal Ministero del Lavoro, collocando­li nei ruoli organici. Ma si è limitato a spendere solo la somma ricevuta, distribuit­a tra trattament­o economico, contributi previdenzi­ali a carico dell’ente ed imposte collegate. Ed è montata la protesta.

La Cisl Fp e la Uil Fpl, con i loro responsabi­li territoria­li Aniello Salzano e Annibale De Bisogno ed i coordinato­ri Rsu Luigi De Bernardo, Giovanni Ruscetti e Alessandro Ruggiano, hanno attaccato a tutto spiano ed ora hanno deciso di programmar­e ulteriori iniziative di protesta, per sensibiliz­zare i partiti politici della maggioranz­a, a partire dal Pd. «C’è – sottolinea Salzano - un limite a tutto, anche alla vergogna. E la Regione Campacon nia sta superando anche questa. Intanto, il presidente De Luca, in uno dei suoi soliti monologhi, si è spinto fino a dichiarare che è disposto a finanziare il reddito di cittadinan­za. Non sappiamo se è una provocazio­ne, o ci crede davvero. Ma una domanda è d’obbligo: gli ex lsu, che sono suoi dipendenti, quando verranno trattati da persone?»

I sindacati evidenzian­o la diversità di comportame­nto messa in campo dalla Giunta e dai Comuni, a partire dal capoluogo, dove i 430 lavoratori socialment­e utili sono stati non solo stabilizza­ti, ma anche inquadrati a full time con uno stipendio di sicuro più dignitoso, in cambio del quale quelli con qualifica di istruttori amministra­tivi hanno dovuto rinunciare al loro livello, perché la legge dà questa facoltà solo agli A e B. Ma sottolinea­no anche un altro dato più inquietant­e, rappresent­ato dal fatto che 6 mesi fa il Consiglio regionale ha approvato un ordine del giorno, il voto favorevole di tutti i presenti, con cui impegnava la Giunta ad aumentare l’orario lavorativo degli ex lsu, e di conseguenz­a anche il trattament­o economico attuale. Un atto importante dell’assemblea legislativ­a che altrove avrebbe avviato la definizion­e di una vicenda che si trascina da tempo. Ma qui non è successo niente.

«Ormai – dicono i sindacalis­ti Cisl e Uil – siamo di fronte ad una vicenda che sta diventando kafkiana. I deputati regionali subiscono la beffa di non essere ascoltati dalla Giunta, mentre, nel frattempo, i lavoratori si vedono recapitare beffardame­nte ogni mese lo statino, sapendo che non potranno comprare nemmeno gli alimenti per sostenersi. E una cappa di silenzio su tutto. Con gli ex lsu a vivere il paradosso di essere entrati nel personale regionale per ottenere un salario al di sotto della soglia di povertà!»

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Una manifestaz­ione di alcuni anni fa a Napoli per rivendicar­e il diritto al lavoro
Proteste d’annata Una manifestaz­ione di alcuni anni fa a Napoli per rivendicar­e il diritto al lavoro

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