Corriere del Mezzogiorno (Campania)
SULLA SCUOLA DATE VOCE (ANCHE) AGLI STUDENTI
Caro direttore, la ringrazio per l’attenzione che il suo giornale ha dimostrato di avere per i giovani della città dando spazio al nascente progetto «Napoli 20 | 30». Le scrivo da liceale napoletana sperando che lei possa cogliere l’urgenza del mio appello sulla gestione della scuola in questa pandemia.
Didattica a distanza, in presenza, digitale integrata, linee guida per definire le modalità, distanziamento e sicurezza, con o senza mascherina… questi i principali argomenti al centro del dibattito sulla scuola ai tempi del Covid. Se n’è parlato e se ne parla tutt’oggi: politici, dirigenti, docenti, genitori, ognuno sembra voler avere voce in capitolo, ma quello che mi chiedo: «Dove sono gli studenti in tutta questa situazione? Qualcuno
li ha interpellati?».
Se è vero che spesso gli studenti per paura di esporsi, per non assumersi le proprie responsabilità o peggio ancora per pigrizia non si fanno avanti, credo che su un tema come questo dobbiamo pretendere di essere ascoltati.
Da studentessa del quinto anno di Liceo, credo che la nostra opinione sia determinante nella scelta delle soluzioni da adottare o, quanto meno, debba essere ascoltata e valutata. Noi studenti rappresentiamo il «cuore» della scuola e, come tali, dovremmo poterci esprimere liberamente, senza che le nostre idee vengano stroncate dal pregiudizio di una scontata immaturità. Dovremmo invece ricevere più considerazione nelle decisioni che ci riguardano.
Prima che studenti, siamo innanzitutto ragazzi in piena età formativa e, in quanto tali, necessitiamo di ambienti educativi stimolanti: confronti, scambi culturali, esperienze extra-curriculari, sviluppo delle relazioni.
Venendo a mancare tutte queste condizioni, la formazione si riduce a mero apprendimento. Come credete sia possibile sviluppare competenze e personalità in un simile contesto, davanti ad uno schermo? La nostra formazione non proviene solo dalla scuola in sé, quanto da tutto quello che le gravita intorno.
Da studenti non vogliamo solo manifestare disagi e necessità ma dobbiamo rivendicare una maggiore partecipazione nell’organizzazione di tale didattica, arricchendola con idee e proposte che sanno d’innovazione in una didattica restia al cambiamento.
Il presente e il futuro della scuola (e poi della società) siamo noi!