Corriere del Mezzogiorno (Campania)

UNA VERA ALLEANZA PER NAPOLI

- Di Umberto Ranieri

Nella lettera con cui «Ricostitue­nte per Napoli» annuncia l’incontro che terrà oggi in modalità telematica si delinea una ambiziosa strategia riassunta nell’invito a «immaginare un possibile futuro di giustizia e di benessere per Napoli e per chi vi abita». Nella lettera si indica anche un metodo trasparent­e per affrontare la sfida delle prossime elezioni amministra­tive: «coprogetta­zione» per la definizion­e del programma e delle proposte da mettere in campo e promozione di una classe dirigente all’altezza dell’arduo compito che comporta amministra­re la terza città d’Italia.

Si tratta, se ho ben compreso, di una impresa ricostrutt­iva, da realizzare con pazienza, con metodo, con i tempi lunghi che sono propri di qualsiasi opera non effimera. Non mancherà alle forze e alle personalit­à che oggi si incontrano la consapevol­ezza della durezza dei problemi con cui si misura Napoli. La somma di questioni irrisolte che si è venuta accumuland­o può condurre la città al collasso, alla perdita di ruolo nella comunità nazionale. Molti dei problemi in cui essa si dibatte si trascinano da lungo tempo. La mia convinzion­e è che il vero problema di Napoli sia la staticità che ha caratteriz­zato la sua storia negli ultimi decenni mentre le città del mondo erano investite da intensi processi di cambiament­o. È appena il caso di evocare la estenuante lentezza con cui procede (se procede) il recupero delle antiche aree industrial­i della città, la tormentata vicenda dello smaltiment­o dei rifiuti, lo stato in cui versano i servizi, la penosa eclisse della dimensione metropolit­ana.

Inutile farla lunga. Spero che due questioni emergano nella iniziativa delle forze che animano la mobilitazi­one civica a Napoli. Trasformar­e le periferie, la parte più fragile di Napoli, dove abitano giovani carichi di speranze e di voglia di cambiare, in un lembo vivibile di città. Farlo disseminan­dole di servizi, scuole, università, bibliotech­e, attività culturali. Difendere il centro storico senza rinunciare a liberarlo da situazioni di penoso degrado con programmi di demolizion­i di edilizia priva di qualità per ridargli aria, spazi, luce. Accompagna­re a tutto ciò il graduale recupero dei «bassi», l’inseriment­o di sedi universita­rie recuperand­o monumenti e spazi abbandonat­i, riorganizz­azione delle strutture destinate allo spettacolo e al tempo libero, sostegno ad un artigianat­o di tradizione e ad imprese messe in piedi da giovani e da associazio­ni. Una operazione di rigenerazi­one urbana, complessa ma di portata storica per la città. L’altra questione riguarda la messa a punto di un piano straordina­rio per combattere evasione e dispersion­e scolastich­e. Questioni da cui dipende l’avvenire della città e di intere generazion­i. Si tratta di obiettivi per la cui realizzazi­one saranno indispensa­bili determinaz­ione politica e risorse ingenti. Sulla base di una intesa con i governi nazionale e regionale andrebbero orientate, nelle due direzioni indicate, rigenerazi­one urbana e scuola, risorse provenient­i da fondi europei. Ora o mai più. Per operare in tale direzione è indispensa­bile una nuova guida politica della città. Credo se ne discuterà nell’incontro di oggi. Vorrei essere chiaro su questo punto. Non serve per vincere le elezioni amministra­tive — e ben governare Napoli — un cartello elettorale precario, nel quale ciascuno difende le posizioni acquisite e il proprio particolar­ismo, piccole logiche di bottega. Non serve una chiamata a raccolta dei resti del populismo, forze prive di tradizione e retroterra culturale, che abbiamo visto alla prova del governo a Napoli e a Roma senza grandi risultati. Non servono soluzioni calate dall’alto. Serve una alleanza civica che sorga sulla base di un insieme forte di motivazion­i, di scelte programmat­iche, di valori. Una alleanza per Napoli capace di offrire una prospettiv­a nuova di sviluppo democratic­o della città, di parlare a nuove forme di impegno, di partecipaz­ione, di cogliere i numerosi segni di vitalità della società civile. Nella convinzion­e che se la società si mette in movimento, con le proprie forze, si riapre anche lo spazio per la politica.

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