Corriere del Mezzogiorno (Campania)
UNA VERA ALLEANZA PER NAPOLI
Nella lettera con cui «Ricostituente per Napoli» annuncia l’incontro che terrà oggi in modalità telematica si delinea una ambiziosa strategia riassunta nell’invito a «immaginare un possibile futuro di giustizia e di benessere per Napoli e per chi vi abita». Nella lettera si indica anche un metodo trasparente per affrontare la sfida delle prossime elezioni amministrative: «coprogettazione» per la definizione del programma e delle proposte da mettere in campo e promozione di una classe dirigente all’altezza dell’arduo compito che comporta amministrare la terza città d’Italia.
Si tratta, se ho ben compreso, di una impresa ricostruttiva, da realizzare con pazienza, con metodo, con i tempi lunghi che sono propri di qualsiasi opera non effimera. Non mancherà alle forze e alle personalità che oggi si incontrano la consapevolezza della durezza dei problemi con cui si misura Napoli. La somma di questioni irrisolte che si è venuta accumulando può condurre la città al collasso, alla perdita di ruolo nella comunità nazionale. Molti dei problemi in cui essa si dibatte si trascinano da lungo tempo. La mia convinzione è che il vero problema di Napoli sia la staticità che ha caratterizzato la sua storia negli ultimi decenni mentre le città del mondo erano investite da intensi processi di cambiamento. È appena il caso di evocare la estenuante lentezza con cui procede (se procede) il recupero delle antiche aree industriali della città, la tormentata vicenda dello smaltimento dei rifiuti, lo stato in cui versano i servizi, la penosa eclisse della dimensione metropolitana.
Inutile farla lunga. Spero che due questioni emergano nella iniziativa delle forze che animano la mobilitazione civica a Napoli. Trasformare le periferie, la parte più fragile di Napoli, dove abitano giovani carichi di speranze e di voglia di cambiare, in un lembo vivibile di città. Farlo disseminandole di servizi, scuole, università, biblioteche, attività culturali. Difendere il centro storico senza rinunciare a liberarlo da situazioni di penoso degrado con programmi di demolizioni di edilizia priva di qualità per ridargli aria, spazi, luce. Accompagnare a tutto ciò il graduale recupero dei «bassi», l’inserimento di sedi universitarie recuperando monumenti e spazi abbandonati, riorganizzazione delle strutture destinate allo spettacolo e al tempo libero, sostegno ad un artigianato di tradizione e ad imprese messe in piedi da giovani e da associazioni. Una operazione di rigenerazione urbana, complessa ma di portata storica per la città. L’altra questione riguarda la messa a punto di un piano straordinario per combattere evasione e dispersione scolastiche. Questioni da cui dipende l’avvenire della città e di intere generazioni. Si tratta di obiettivi per la cui realizzazione saranno indispensabili determinazione politica e risorse ingenti. Sulla base di una intesa con i governi nazionale e regionale andrebbero orientate, nelle due direzioni indicate, rigenerazione urbana e scuola, risorse provenienti da fondi europei. Ora o mai più. Per operare in tale direzione è indispensabile una nuova guida politica della città. Credo se ne discuterà nell’incontro di oggi. Vorrei essere chiaro su questo punto. Non serve per vincere le elezioni amministrative — e ben governare Napoli — un cartello elettorale precario, nel quale ciascuno difende le posizioni acquisite e il proprio particolarismo, piccole logiche di bottega. Non serve una chiamata a raccolta dei resti del populismo, forze prive di tradizione e retroterra culturale, che abbiamo visto alla prova del governo a Napoli e a Roma senza grandi risultati. Non servono soluzioni calate dall’alto. Serve una alleanza civica che sorga sulla base di un insieme forte di motivazioni, di scelte programmatiche, di valori. Una alleanza per Napoli capace di offrire una prospettiva nuova di sviluppo democratico della città, di parlare a nuove forme di impegno, di partecipazione, di cogliere i numerosi segni di vitalità della società civile. Nella convinzione che se la società si mette in movimento, con le proprie forze, si riapre anche lo spazio per la politica.