Corriere del Mezzogiorno (Campania)
IL CALCIO AMMALATO GIÀ DA TEMPO
La storia dell’umanità è costellata da epidemie, spesso con conseguenze devastanti. Raccontate, narrate, consegnate alla storia da precisi cronisti. Covid-19 è la prima epidemia virale in diretta, con copertura h/24. Non c’è rete televisiva che non dedichi gran parte del palinsesto al racconto del contagio. Personaggi, a volte autorevoli, altre meno, ormai vivono in pianta stabile negli studi televisivi, in una quarantena volontaria ma comunicante. Per alcuni il coronavirus è stata una opportunità per uscire dall’ anonimato. Poi ci sono i soliti imbecilli che spargono fake news. Patetici, maanche pericolosi, in una opinione pubblica assolutamente vulnerabile. Credo vadano ricercati metodi per sanzionarli. Ma è anche vero che non è possibile il diffondersi di bozze ministeriali con tanto di intestazione, diffuse ancora prima che siano ratificate ufficialmente. Con conseguenze molto serie sull’ordine pubblico, la fuga dalla Lombardia verrà ricordata negli anni. Basterebbe chiedere ai partecipanti alle riunioni di vertice di lasciare fuori i cellulari e i portatili.A crisi finita, spero a breve, bisogna rivedere il tutto, e anche ricercare colpevoli di cattiva amministrazione. In questo clima di incertezza, bisogna però riconoscere che il sistema politico sta reggendo bene, in particolare il presidente del consiglio ed i governatori delle regioni, ma anche i sindaci. Consiglio a tutti di ascoltare i comunicati di Vincenzo De Luca. Grande impegno,ma anche serenità,e richiamo a tutti a tenere comportamenti adeguati all’emergenza.Bravo Presidente. Straordinario il personale sanitario. Sono orgoglioso di tutti i miei colleghi e di tutti gli addetti alla grande famiglia della Sanità. La decisione del governo di «chiudere» tutta l’Italia può apparire esagerata, ma non lo è. Le strutture sanitarie non sono in grado di gestire una massa di pazienti da terapia intensiva, per cui l’unica strada è ridurre la possibilità di contagio. Discorso a parte merita lo sport, in particolare il calcio. Ammalato già prima del Coronavirus. Non funzionava quasi nulla: calendari assurdi, con pause lunghe seguite da partite ravvicinate, crisi arbitrali, regole criptiche sconosciute a tutti,nuove tecnologie gestite malissimo,grandi disparità economiche fra le prime e le ultime,mercati paranoici. Potrei continuare,ma vorrei analizzare il dopovirus. Porte chiuse, aperte, rinvii, squadre in campo richiamate a rientrare e dopo poco richiamate ad uscire, Coppa Italia ormai distrutta, polemiche su tutto. È un organismo debilitato, che sappiamo essere la vittima preferita delle infezioni virali. Finalmente qualcuno, il governo, ha deciso per lo stop ai campionati. Onestamente mi aspettavo che l’organismo di governo del calcio si assumesse da solo la responsabilità di provvedimenti drastici, impopolari,ma necessari. Si raccomanda a tutti di non uscire di casa,mantenersi a distanze piccole ma siderali per i rapporti umani,e poi si consente a dei giovani di praticare sport di contatto,anzi di collisione.Una follia.Come si può poi dire ai pari età dei calciatori di evitare i baretti o i locali? La tutela della salute pubblica è un obbligo, non una scelta secondaria a contratti televisivi e sponsorizzazioni. Capisco i disagi ed i danni,ma questa è una emergenza estremamente seria.Purtroppo ne pagheremo tutti le conseguenze.The show must go on in questo caso è una stupidata clamorosa. Ormai considerare regolamentare questo campionato è impossibile, ma forse non lo era neanche prima l’avvento del virus. È un dovere rivederlo, anzi curarlo, cercando di correggerne le troppe anomalie. Io sostengo che bisogna trarre insegnamento dalle esperienze negative. Ce la faremo,ma come in tutte le gare difficili,dove l’avversario è forte,c’è bisogno di tutti,e soprattutto di un gran gioco di squadra.