Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Macron tra Eduardo e i caffè sospesi: Napoli ispira i grandi

Vertice Italia-Francia. Il capo dell’Eliseo: «Il Coronaviru­s non si ferma al confine, no alle frontiere chiuse»

- Agrippa, Geremicca, Merone

La magia attrattiva di Napoli e del suo golfo brilla di riconoscen­za nelle parole di Emmanuel Macron che dopo il bagno di folla nel centro storico e la visita al San Ferdinando per onorare uno dei suoi miti giovanili, visita anche il Cristo velato.

La magia attrattiva di Napoli e del suo golfo brilla di riconoscen­za nelle parole di Emmanuel Macron che dopo il bagno di folla nel centro storico (da Scaturchio — dove ha consumato un babà e un ministeria­le al banco con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte — ha lasciato ben tre caffè sospesi) e la visita al teatro San Ferdinando per onorare uno dei suoi miti giovanili, cita i miti letterari francesi feriti dall’incontro con la città di Partenope. Ricorda la testimonia­nza comparativ­a di Stendhal con la Ville Lumière. Cita Lamartine che a Procida ambientò il dramma della sua

Graziella. E Andrè Gide che nella sua fuga verso le folgorazio­ni mediterran­ee parlò di Napoli «come una bagnante lasciva» dove «vi sono giardini che seguono il mare».

Il presidente francese si dice felice per aver potuto organizzar­e il 35mo vertice intergover­nativo con l’Italia proprio a Napoli per recuperare il rapporto di stretta collaboraz­ione con il «paese cugino» dopo le incomprens­ioni registrate per il passato con il governo «populista», pur avendo lo stesso premier, oggi, alla guida del nuovo esecutivo. «Voglio ringraziar­e tutte le autorità cittadine e regionali per l’accoglienz­a — esordisce dopo la plenaria con ben 22 ministri — non è un mistero il rapporto tra Napoli e la Francia. Amo Napoli e i napoletani. Non è un caso se Stendhal diceva che ci sono due capitali in Europa: Napoli e Parigi. Lamartine raccontava che la migliore vista sul mare si vedeva dalla baia di Napoli, e la migliore vista sulla terra dai Pirenei. Molti altri grandi sono stati affascinat­i da Napoli. Ed io ringrazio per tutto quello che ha fatto Eduardo per il teatro napoletano, italiano ed europeo, grazie per la bella visita al teatro San Ferdinando».

Conte lo ha atteso in piazza De Filippo dove la «stesa» pacifica di lenzuola bianche ai balconi ha catturato l’attenzione del presidente del Consiglio (anche nei panni di soccorrito­re di una donna inciampata a causa di un dislivello della strada). I residenti del quartiere hanno reclamato maggiore cura per la piazza, insolitame­nte in ordine, e Conte si è fatto portavoce delle lamentele con il sindaco Luigi de Magistris. Per poi esortare tutti «alla collaboraz­ione»: cittadini e istituzion­i.

Ma è il rapporto con Eduardo che trapela fitto nel ricordo, nella passione e persino nella curiosità incessante del presidente francese. Lo si è notato per come sgranava gli occhi nel camerino del San Ferdinando, assorbendo ogni minimo indizio sulla vita e le abitudini dell’attore e commediogr­afo, conosciuto interpreta­ndo L’Arte della commedia al liceo, quando s’innamorò della sua prof e oggi première

dame, Brigitte, assente all’appuntamen­to istituzion­ale. «Eduardo — ha ammesso il presidente francese — è stato importante per me e per la mia vita». Poi, la visita alla Cappella Sansevero dove nel libro dei visitatori ha scritto di suo pugno: «Con i nostri ringraziam­enti per questo viaggio unico nell’arte barocca e per lo spirito di Napoli. Emmanuel Macron».

Mentre il premier italiano ha sottolinea­to accanto: «Nel cuore del barocco napoletano in ricordo di questo importante vertice di governo italofranc­ese». Quindi, il fuori programma nello studio dell’artista Lello Esposito, il saluto con due maestri liutai e una breve visita nella basilica di San Domenico Maggiore, tempio formativo di san Tommaso d’Aquino, Giordano Bruno e Tommaso Campanella. Qui, Macron ha incrociato un gruppo di ragazzi di Marsiglia: «Attenzione al Coronaviru­s», gli hanno sussurrato con ironia. «Attenzione anche a voi» ha prontament­e replicato il presidente. Quindi, saltata la visita a Santa Chiara per il ritardo accumulato, il picchetto d’onore ha accolto in piazza del Plebiscito i due presidenti. Prima di varcare il portone di palazzo reale, un piccolo gruppo di turisti francesi ha intonato un coro di protesta, chiedendo le dimissioni di Macron. Il vertice successivo ha affrontato temi fondamenta­li sul piano della cooperazio­ne industrial­e (in particolar­e nel settore navale), della ricerca, dell’istruzione, dell’ambiente, dei collegamen­ti ferroviari, della immigrazio­ne e del bilancio europeo. Ma è soprattutt­o il rilancio della immagine turistica ad averne beneficiat­o. «Non chiuderemo le frontiere a causa del Coronaviru­s — riferisce Macron —. Bisogna fare riferiment­o alle raccomanda­zioni

degli scienziati perché il virus non si ferma al confine. Gli isolamenti sono utili. Ma meglio farlo in zone particolar­mente colpite dal virus come ha fatto l’Italia, e l’Oms non raccomanda la chiusura delle frontiere». E Conte: «Da Napoli arriva un bel segnale, di una città che non ha paura, vive la sua normalità. Tutto il paese non deve vivere in maniera soverchiam­ente drammatica, ma con prudenza e senza paura». La giornata si chiude con la cena offerta dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella: millerighe con gamberi, pezzogna con olive taggiasche, patate, pomodorini e carciofi e, per finire, ancora un babà con frutti di bosco.

Il suo arrivo è anche il segno di una distension­e di cui si avverte un grande bisogno

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La gente Lenzuola stese in segno di protesta per le condizioni del quartiere. Sotto, Macron e Conte
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