Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Anastasio: io difendo i miei like a Casapound
Cronaca di un trionfo annunciato. Non solo quello di Anastasio, ventunenne rapper di Meta di Sorrento che ha vinto la dodicesima edizione di X Factor il giorno dopo aver conquistato il disco d’oro per il suo inedito «La fine del mondo».
È stato il trionfo del neapolitan power grazie al secondo posto di Naomi e a una super finale trasformatasi in un derby per il successo nel talent show di Sky. Un bel biglietto da visita anche per la Campania Music Commission. Letteratura, cinema, tv e musica, sulla quale come sosteneva ieri Eduardo Cicelyn non c’erano mai stati dubbi: da X Factor è arrivata la conferma dell’attuale egemonia culturale napoletana, stando a quello che ci raccontano Auditel e classifiche varie.
La «penna» di Anastasio contro la «voce» di Naomi, come ha sintetizzato Fedez, che della ventiseienne soprano diplomatasi al conservatorio di Salerno è stato il giudice-coach ed è riuscito a trasformarla in una poliedrica interprete accompagnandola sulla strada del rap, la svolta decisiva dopo il doppio passaggio attraverso il ballottaggio che avrebbe minato la fiducia di chiunque. Non di Naomi che ha mostrato carattere e personalità sul palco, fino a conquistare perfino Manuel Agnelli, che tra i giudici rivali era stato quello che maggiormente l’aveva osteggiata.
Su Anastasio, no, non c’erano mai stati dubbi. La sua capacità di (ri)scrittura delle cover avevano subito convinto pubblico e giudici, facilitando il compito del suo coach Mara Maionchi, che mai avrebbe immaginato di poter vincere per il secondo anno consecutivo grazie a un rapper, sia pure dai tratti cantautorali. C’era addirittura chi auspicava per Anastasio un secondo posto per dribblare, come il grande idolo Maradona, la sindrome del vincitore di X Factor, primo nel talent show per poi essere dimenticato dal pubblico. Per il ragazzo di Meta di Sorrento, c’è da scommetterci, non sarà così. E lo dimostra il disco d’oro già conquistato con il suo inedito.
Non lo metterà in difficoltà neppure la polemica nata dopo la divulgazione sulla rete di un paio di «like» a commento di post di Salvini e di Casapound. «Ero comunista forse perché avevo scritto di Sarri? Non sono comunista né fascista, ancora parliamo di questo? Io mi tengo informato. Mi etichetto come un libero pensatore. Può dire una cosa giusta anche Salvini, così come Renzi. Guardo alla cosa che si dice, non alla persona che la dice», ha commentato per replicare al gran polverone alzatosi.
«Ho posizioni per nulla additabili di fascismo – ha spiegato – oggi c’è un caos politico completo, la destra si è ribaltata in sinistra e la sinistra in destra; la destra si occupa di lavoratori, la sinistra di temi sociali ma in chiave liberista. È un casino. Alle ultime elezioni ho votato scheda bianca». E se proprio deve scegliere un punto di riferimento, Anastasio lo trova nel calcio: «Maradona è un personaggio iconico, è un rivoluzionario: sento il fascino della rivoluzione, del genio e della sregolatezza». E lo si intuisce nei suoi testi.
Ora lo aspettano i giorni della comunicazione, delle spiegazioni, della scrittura di nuovi brani, del disco. E lo aspetta la sua gente di Meta, che l’altra notte ha sconfitto il freddo in piazza per sostenerlo. Ma ne valeva la pena.