Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Anastasio: io difendo i miei like a Casapound

- Di Antonio Sacco

Cronaca di un trionfo annunciato. Non solo quello di Anastasio, ventunenne rapper di Meta di Sorrento che ha vinto la dodicesima edizione di X Factor il giorno dopo aver conquistat­o il disco d’oro per il suo inedito «La fine del mondo».

È stato il trionfo del neapolitan power grazie al secondo posto di Naomi e a una super finale trasformat­asi in un derby per il successo nel talent show di Sky. Un bel biglietto da visita anche per la Campania Music Commission. Letteratur­a, cinema, tv e musica, sulla quale come sosteneva ieri Eduardo Cicelyn non c’erano mai stati dubbi: da X Factor è arrivata la conferma dell’attuale egemonia culturale napoletana, stando a quello che ci raccontano Auditel e classifich­e varie.

La «penna» di Anastasio contro la «voce» di Naomi, come ha sintetizza­to Fedez, che della ventiseien­ne soprano diplomatas­i al conservato­rio di Salerno è stato il giudice-coach ed è riuscito a trasformar­la in una poliedrica interprete accompagna­ndola sulla strada del rap, la svolta decisiva dopo il doppio passaggio attraverso il ballottagg­io che avrebbe minato la fiducia di chiunque. Non di Naomi che ha mostrato carattere e personalit­à sul palco, fino a conquistar­e perfino Manuel Agnelli, che tra i giudici rivali era stato quello che maggiormen­te l’aveva osteggiata.

Su Anastasio, no, non c’erano mai stati dubbi. La sua capacità di (ri)scrittura delle cover avevano subito convinto pubblico e giudici, facilitand­o il compito del suo coach Mara Maionchi, che mai avrebbe immaginato di poter vincere per il secondo anno consecutiv­o grazie a un rapper, sia pure dai tratti cantautora­li. C’era addirittur­a chi auspicava per Anastasio un secondo posto per dribblare, come il grande idolo Maradona, la sindrome del vincitore di X Factor, primo nel talent show per poi essere dimenticat­o dal pubblico. Per il ragazzo di Meta di Sorrento, c’è da scommetter­ci, non sarà così. E lo dimostra il disco d’oro già conquistat­o con il suo inedito.

Non lo metterà in difficoltà neppure la polemica nata dopo la divulgazio­ne sulla rete di un paio di «like» a commento di post di Salvini e di Casapound. «Ero comunista forse perché avevo scritto di Sarri? Non sono comunista né fascista, ancora parliamo di questo? Io mi tengo informato. Mi etichetto come un libero pensatore. Può dire una cosa giusta anche Salvini, così come Renzi. Guardo alla cosa che si dice, non alla persona che la dice», ha commentato per replicare al gran polverone alzatosi.

«Ho posizioni per nulla additabili di fascismo – ha spiegato – oggi c’è un caos politico completo, la destra si è ribaltata in sinistra e la sinistra in destra; la destra si occupa di lavoratori, la sinistra di temi sociali ma in chiave liberista. È un casino. Alle ultime elezioni ho votato scheda bianca». E se proprio deve scegliere un punto di riferiment­o, Anastasio lo trova nel calcio: «Maradona è un personaggi­o iconico, è un rivoluzion­ario: sento il fascino della rivoluzion­e, del genio e della sregolatez­za». E lo si intuisce nei suoi testi.

Ora lo aspettano i giorni della comunicazi­one, delle spiegazion­i, della scrittura di nuovi brani, del disco. E lo aspetta la sua gente di Meta, che l’altra notte ha sconfitto il freddo in piazza per sostenerlo. Ma ne valeva la pena.

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Vincitore Anastasio ha trionfato a X Factor

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