Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Ospedali, i medici di famiglia «Pochi sanitari in servizio, sarà il disastro assistenziale»
Lettera della Fimmg: i nostri laboratori unico presidio estivo
Anni fa in piena estate a Napoli era difficile trovare negozi aperti, il grande esodo vacanziero trasformava la città in un deserto. Oggi la città è più viva che mai, ma a svuotarsi sono gli ospedali.
Non è una novità che i nosocomi partenopei riducano l’attività per consentire a medici e infermieri di godere delle proprie ferie, ma quest’anno la situazione potrebbe portare ad un «disastro assistenziale». A lanciare l’allarme sono i medici di famiglia della Fimmg Napoli, che in particolare si dicono «preoccupati per le condizioni di tutti gli ospedali del centro storico cittadino». La questione è legata ai piani ferie, che a detta del sindacato «sguarniranno ancor più organici già molto risicati». Ovviamente quello della Fimmg Napoli è un tentativo di prevenire il problema, allertare le istituzioni competenti affinché pazienti costretti al ricovero non si ritrovino in situazioni difficili in pieno agosto. La Fimmg Napoli conta circa 1.200 associati, per un totale di più di 1.500 studi sul territorio. Numeri che spiegano perché l’allarme lanciato da Luigi Sparano (segretario provinciale) e Corrado Calamaro (segretario amministrativo) non andrebbe sottovalutato.
I due segretari, che a loro volta sono medici di famiglia, si fanno carico con quest’allerta di dare voce alle preoccupazioni espresse dai colleghi: medici che tra Napoli e provincia assistono circa un milione 400 mila cittadini. «Le notizie che ci arrivano dal territorio – avvertono - ci preoccupano non poco, già oggi molti nostri pazienti si trovano “spaesati” per l’assenza di servizi ambulatoriali e per il blocco di molte attività chirurgiche di elezione». Secondo i medici di famiglia, la città rischia di trasformarsi in «un deserto sanitario, nel quale l’incidente potrebbe essere dietro l’angolo. Soprattutto ora che Napoli vede un tale afflusso turistico». Dal canto loro Sparano e Calamaro rilanciano e rivendicano il ruolo della medicina generale quale elemento di raccordo del territorio. «I nostri studi – dico- no - sono sempre più dei punti di riferimento e di assistenza, ed è giusto che sia così. Ma non si può accettare che i pazienti non sappiano a chi rivolgersi una volta indirizzati verso una struttura ospedaliera, o che debbano aspettare mesi per fare semplici esami. Ci auguriamo – concludono – che l’Asl metta in campo ogni possibile rimedio atto ad evitare che d’estate gli ospedali cittadini diventino cattedrali (vuote) nel deserto».
L’allarme riguarda, come detto, per lo più gli ospedali del centro storico, ma non si salva il San Paolo (ospedale di Fuorigrotta) che continua ad avere una carenza di anestesisti. «La situazione va peggiorando – denunciano i sindacalisti di Uil Fpl e Cisl Fpl – molti nostri pazienti, visti i tempi d’attesa per gli interventi, scelgono di andare via. Ieri, ad esempio, in ortopedia avevamo 5 posti vuoti su 16 e in ostetricia 8 vuoti su 14». Le difficoltà del San Paolo non si discostano di molto da quelle degli altri nosocomi cittadini, un contesto difficile nel quale il Cardarelli si trova spesso a dover sopperire alle carenze del territorio.