Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Bellona sotto choc L’ultimo post della donna uccisa: no alla violenza
L’ultimo post della moglie su Facebook: «No alla violenza sulle donne»
«No alla violenza sulle donne». L’ultimo messaggio su Facebook ha un sapore amaro. Lo ha scritto poco prima di essere ammazzata dal marito Anna Carusone, moglie di Davide Mango, il 47enne che ieri l’altro a Bellona ha ucciso la donna e si è suicidato dopo aver tenuto per ore sotto scacco le forze dell’ordine ferendo lievemente 5 persone, tra cui il capitano della stazione dei Carabinieri di Vitulazio, a colpi di fucile esplosi dal balcone della sua abitazione.
Il paese stenta a riprendersi. «Con i sindaci di Pastorano e Camigliano decideremo cosa fare per i funerali, per ora siamo ancora sotto choc per quanto accaduto». Parole del sindaco di Bellona, Filippo Abbate. Nel piccolo centro «Medaglia al valor militare» - dove fino a ieri sulla cronaca si continuava a parlare soltanto delle preoccupazioni ambientali causate da un incendio naturale che la scorsa estate aveva colpito un sito di stoccaggio di rifiuti dismesso, l’Ilside - è ancora forte l’eco degli spari, quasi cinquanta, esplosi da Mango. In suo possesso, un revolver, due pistole e due fucili utilizzati durante quelle ore di follia. L’uomo è arrivato in via Aldo Moro imbracciando un fucile, esplodendo alcuni colpi all’esterno di un bar. Poi è salito a casa. La moglie gli è andata incontro ed è stata colpita sul pianerottolo dove è rimasta per alcune ore. A quel punto Mango si è chiuso all’interno della sua abitazione, e dal balcone ha sparato all’impazzata e ferendo altri passanti. Fortunatamente, la figlia quindicenne è riuscita a scappare e a salvarsi. «E’ importante denunciare – ha sottolineato ieri Maria Antonietta Troncone, capo della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, nel corso di un incontro informale con la stampa – dopo aver spiegato che la vicenda denota quanto è fondamentale l’azione di denuncia anche da parte dei familiari che sono a conoscenza di fatti e circostanze». «In questo caso – ha aggiunto Troncone - la conflittualità che pure abbiamo riscontrato non è mai sfociata in denunce. Per questo ribadisco l’importanza, anche in chiave di prevenzione, di segnalare alle forze dell’ordine e alla magistratura condotte violente perpetrate tra le mura domestiche». Intanto, emerge una relazione di servizio risalente al 2013 su chiamata di un vicino con la quale si segnalava un atteggiamento violento da parte di Mango nei confronti di moglie e figlia, anche se non supportato da denunce da parte della moglie. Quella relazione di servizio non è stata ostativa per il rinnovo del porto d’armi di Mango (necessario alla sua attività lavorativa spostatasi a Firenze) ma a quanto pare gli inquirenti vogliono approfondire la questione per questo il capo della Procura ha già fatto sapere che sarà disposta una direttiva alle forze dell’ordine tenuti a segnalare alla magistratura anche i comportamenti spia di un malessere».