Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Spari, l’autore «Mi faccio interrogare»
NAPOLI Ha deciso di uscire alla scoperto e di essere sentito dai pm della Dda di Napoli che nelle prossime ore lo convocheranno in Procura. È il presunto pistolero dei Baretti di Chiaia, indagato per quella che poteva essere una strage. «Voglio essere ascoltato. Io quella notte mi sono difeso. Mi hanno picchiato e accoltellato tre volte». Questo è quanto ha raccontato ai suoi amici subito dopo essersi recato all’ospedale La Schiana di Pozzuoli per farsi curare le ferite ricevute e questo sarà quanto dirà ai magistrati.
Difeso dagli avvocati Antonio Abet e Giuseppe Perfetto, il 20enne di Fuorigrotta, incensurato ma figlio del boss Troncone, ha deciso di farsi avanti. La Squadra mobile di Napoli e gli agenti del commissariato San Ferdinando già lo cercavano da domenica, poche ore dopo la scazzottata e la sparatoria tra i vicoli di via Poerio. Sapevano cosa aveva fatto ma era scomparso nel nulla. Poi la scelta di farsi avanti con l’idea di chiarire la sua posizione. Continuano le indagini per fare luce invece sul gruppo di San Giovanni a Teduccio, persone vicine al clan Formicola, coloro i quali quella notte giravano in scooter alla ricerca di qualcuno fino a quando il 20enne non si è fatto avanti, chiedendo spiegazioni, scatenando l’ira del branco. Una aggressione culminata con coltellate e colpi di pistola che hanno ferito quattro persone e solo per miracolo non hanno lasciato nessuno al suolo senza vita. S’indaga infatti per il reato di tentato omicidio.