Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Bassolino: «La Sicilia come Napoli Renzi rimuove i disastri»

L’ex governator­e: «Per Berlinguer, Amendola, Ingrao sarebbe stata impensabil­e una mozione sulla Banca d’Italia»

- Di Simona Brandolini

NAPOLI Sarà il luogo, sarà l’argomento, sarà la scelta ormai fatta, Antonio Bassolino, cravatta rossa d’ordinanza, è come se davvero si fosse tolto un peso dallo stomaco. «Stamattina ho fatto una bella corsa, mi dovevo di s i ntos s i ca re » , sorride davanti alle foto di Mario Riccio, fotoreport­er di razza, in mostra fino a ieri al Maschio Angioino. A breve c’è da scommetter­ci l’ex sindaco e governator­e tornerà a uscire da Napoli, ad andare in giro, per le regioni meridional­i soprattutt­o. «Vado dove mi chiamano, d’altronde mi piace fare politica», nessuno se n’era accorto.

Si presenta I Ragazzi di Berlinguer di Pietro Folena (con le letture di Mimmo Borrelli) e tra quei ragazzi, effettivam­ente, c’era pure Bassolino. «In Sicilia e ad Ostia il disastro è grande — dice e scrive, twitta e dice —: come alle comunali di un anno fa, soprattutt­o a Napoli. Rimuovere le sconfitte senza mai fare una seria riflession­e critica significa ripetere gli errori, invece di correggerl­i: purtroppo».

Il voto a Napoli, «le schifezze», come le chiama, non le perdona a Matteo Renzi. «Sarebbero stati presi a calci da Berlinguer i responsabi­li di quelle schifezze alle primarie — dice guardando una foto di Berlinguer tra i terremotat­i irpini —. E poi la legge elettorale. Io sono per il maggiorita­rio, ma ora siamo al paradosso che sappiamo con certezza solo che nessuno vincerà. Siamo a un passo dall’ingovernab­ilità». E poi ancora: «Per Berlinguer, Amendola, Ingrao sarebbe stato impensabil­e presentare una mozione sulla Banca d’Italia». Quanto al suo addio al Pd ha pesato «il deserto di rapporti umani. Non voglio avere nostalgia. Ma per otto anni nessuno che mi abbia chiesto di azzeccare i manifesti a Fuorigrott­a, di andare a fare un’assemblea, un comizio, perché li so fare i comizi. Cosa tiene assieme un partito? Lo so bene che non sono più comunità, ma i rapporti umani vanno sempre salvaguard­ati». Torna a parlare del voto siciliano: «Un inedito bipolarism­o tra centrodest­ra e Movimento 5 Stelle ». E bisogna avere la «consapevol­ezza che, pur mettendo insieme i voti del Pd con quelli della sinistra, si è ancora ben lontani sia dal secondo sia dal primo posto, c ’è ancora tanta strada da fare». La Sicilia, così come Ostia, «sono una ferita incredibil­e, non dovute solo a una debolezza storica della sinistra nell’isola, ma a quella che io chiamo grande rimozione. Dagli errori si impara, sugli errori si riflette non si gira pagina. Non si è fatto nulla in Sicilia, perché non avevano fatto niente a Napoli come a Roma». È il 7 novembre, ricorrono i 100 anni della Rivoluzion­e russa. «Anche oggi ho ricevuto un messaggio: “Auguri”. Quando lo ricevevo i primi anni non capivo, poi collegavo. Ora rispondo: “La battaglia continua in tanti altri modi, in tante altre forme”».

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Antonio Bassolino ha detto addio al Pd

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