Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Bassolino: «La Sicilia come Napoli Renzi rimuove i disastri»
L’ex governatore: «Per Berlinguer, Amendola, Ingrao sarebbe stata impensabile una mozione sulla Banca d’Italia»
NAPOLI Sarà il luogo, sarà l’argomento, sarà la scelta ormai fatta, Antonio Bassolino, cravatta rossa d’ordinanza, è come se davvero si fosse tolto un peso dallo stomaco. «Stamattina ho fatto una bella corsa, mi dovevo di s i ntos s i ca re » , sorride davanti alle foto di Mario Riccio, fotoreporter di razza, in mostra fino a ieri al Maschio Angioino. A breve c’è da scommetterci l’ex sindaco e governatore tornerà a uscire da Napoli, ad andare in giro, per le regioni meridionali soprattutto. «Vado dove mi chiamano, d’altronde mi piace fare politica», nessuno se n’era accorto.
Si presenta I Ragazzi di Berlinguer di Pietro Folena (con le letture di Mimmo Borrelli) e tra quei ragazzi, effettivamente, c’era pure Bassolino. «In Sicilia e ad Ostia il disastro è grande — dice e scrive, twitta e dice —: come alle comunali di un anno fa, soprattutto a Napoli. Rimuovere le sconfitte senza mai fare una seria riflessione critica significa ripetere gli errori, invece di correggerli: purtroppo».
Il voto a Napoli, «le schifezze», come le chiama, non le perdona a Matteo Renzi. «Sarebbero stati presi a calci da Berlinguer i responsabili di quelle schifezze alle primarie — dice guardando una foto di Berlinguer tra i terremotati irpini —. E poi la legge elettorale. Io sono per il maggioritario, ma ora siamo al paradosso che sappiamo con certezza solo che nessuno vincerà. Siamo a un passo dall’ingovernabilità». E poi ancora: «Per Berlinguer, Amendola, Ingrao sarebbe stato impensabile presentare una mozione sulla Banca d’Italia». Quanto al suo addio al Pd ha pesato «il deserto di rapporti umani. Non voglio avere nostalgia. Ma per otto anni nessuno che mi abbia chiesto di azzeccare i manifesti a Fuorigrotta, di andare a fare un’assemblea, un comizio, perché li so fare i comizi. Cosa tiene assieme un partito? Lo so bene che non sono più comunità, ma i rapporti umani vanno sempre salvaguardati». Torna a parlare del voto siciliano: «Un inedito bipolarismo tra centrodestra e Movimento 5 Stelle ». E bisogna avere la «consapevolezza che, pur mettendo insieme i voti del Pd con quelli della sinistra, si è ancora ben lontani sia dal secondo sia dal primo posto, c ’è ancora tanta strada da fare». La Sicilia, così come Ostia, «sono una ferita incredibile, non dovute solo a una debolezza storica della sinistra nell’isola, ma a quella che io chiamo grande rimozione. Dagli errori si impara, sugli errori si riflette non si gira pagina. Non si è fatto nulla in Sicilia, perché non avevano fatto niente a Napoli come a Roma». È il 7 novembre, ricorrono i 100 anni della Rivoluzione russa. «Anche oggi ho ricevuto un messaggio: “Auguri”. Quando lo ricevevo i primi anni non capivo, poi collegavo. Ora rispondo: “La battaglia continua in tanti altri modi, in tante altre forme”».