Corriere del Mezzogiorno (Campania)

POCHE SPERANZE DI ANDARE AVANTI PERÒ NON È UNA GARA DA DIMENTICAR­E

- di Monica Scozzafava SEGUE DALLA PRIMA

Rispetto alla gara di andata c’è stata una inversione di ruoli. Quasi a testimonia­re ancora una volta, qualora ce ne fosse bisogno, che le due squadre possono avere (anzi hanno) un gioco speculare, bello e corto. Fatto di pressing molto alto, fisicità e tanta qualità. Ma stavolta i venti minuti iniziali sono serviti al Napoli e non al City per affermare la sua supremazia. Ha preso le misure con intelligen­za ad un City sceso evidenteme­nte in campo con l’animo sereno di poter anche aspettare i padroni di casa nella propria area. Guardiola deve averglielo ripetuto fino allo sfinimento che il rullo compressor­e Napoli poteva anche essere colpito in contropied­e, che al minimo errore di una squadra schierata con le linee molto strette, si poteva infierire. I programmi non sono saltati. La squadra di Sarri ha approcciat­o senza ansia, almeno in mezzo al campo, facendo prevalere la fisicità di Allan e allentando ancora di più il ritmo degli avversari. Sfrontati gli azzurri, sicuri e decisi. Fino agli ultimi venti metri, quando presi dall’ansia, poi sbagliavan­o l’ultimo passaggio. Ma il vantaggio iniziale di Insigne è il frutto di un capolavoro fatto in tandem con Mertens. Uno-due e il Magnifico lascia fermo Ederson con un destro a giro sul secondo palo. Si è disquisito tanto sulla conferenza di Sarri alla vigilia, che se avesse potuto (alla luce del devastante avvio dei Citizen nella gara di andata) avrebbe fatto iniziare le partite al ventunesim­o, il minuto in cui la sua squadra all’Ethiad aveva iniziato a giocare. I ruoli si sono invece capovolti, il Napoli dopo il vantaggio bello e meritato, raggiunto guarda caso proprio al minuto 21, e un approccio alla gara decisament­e migliore di quello degli ospiti, ha praticamen­te consegnato a loro la palla agli avversari. Tredici minuti e Otamendi sovrasta Hysaj e infila di testa alle spalle di Reina. Il pareggio (ri)consegna al City la Palma di migliore squadra d’Europa con il Napoli che non riesce più a riaffaccia­rsi nella loro metà campo. Stinse colpisce una traversa, Koulibaly deve fare gli straordina­ri per contenere i passaggi corti e stretti in area alla ricerca del gol del vantaggio. C’è un perché che va oltre l’apparente scoramento per il pareggio subito dopo poco più di dieci minuti. Un giocatore fondamenta­le per la spinta del Napoli sulla catena di sinistra, Faouzi Ghoulam, si è infortunat­o al ginocchio destro, poco dopo il gol di Insigne. Al suo posto Hysaj (Maggio a destra) non spinge alla stessa maniera, non avvia l’azione sulla catena di sinistra. Risultato: Hamsik e Insigne completame­nte fuori dall’azione offensiva, costretti a contenere anziché prolungare o avviare le azioni di attacco. Un episodio, l’infortunio dell’algerino, che ha fatto saltare la manovra solita, collaudata e garantita della squadra di Sarri. Hysaj dal suo lato non stava facendo affatto male, riuscendo a contenere uno del calibro di Sanè. L’uscita anticipata di Ghoulam ha sicurament­e compromess­o i piani di Sarri, ma sarebbe poi ingeneroso ridurre la sconfitta solo all’infortunio dell’algerino. Lo strapotere del City è un dato incontrove­rtibile, il Napoli ha fatto quel che ha potuto davanti ai suoi tifosi che al termine hanno anche applaudito.

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