Corriere del Mezzogiorno (Campania)
POCHE SPERANZE DI ANDARE AVANTI PERÒ NON È UNA GARA DA DIMENTICARE
Rispetto alla gara di andata c’è stata una inversione di ruoli. Quasi a testimoniare ancora una volta, qualora ce ne fosse bisogno, che le due squadre possono avere (anzi hanno) un gioco speculare, bello e corto. Fatto di pressing molto alto, fisicità e tanta qualità. Ma stavolta i venti minuti iniziali sono serviti al Napoli e non al City per affermare la sua supremazia. Ha preso le misure con intelligenza ad un City sceso evidentemente in campo con l’animo sereno di poter anche aspettare i padroni di casa nella propria area. Guardiola deve averglielo ripetuto fino allo sfinimento che il rullo compressore Napoli poteva anche essere colpito in contropiede, che al minimo errore di una squadra schierata con le linee molto strette, si poteva infierire. I programmi non sono saltati. La squadra di Sarri ha approcciato senza ansia, almeno in mezzo al campo, facendo prevalere la fisicità di Allan e allentando ancora di più il ritmo degli avversari. Sfrontati gli azzurri, sicuri e decisi. Fino agli ultimi venti metri, quando presi dall’ansia, poi sbagliavano l’ultimo passaggio. Ma il vantaggio iniziale di Insigne è il frutto di un capolavoro fatto in tandem con Mertens. Uno-due e il Magnifico lascia fermo Ederson con un destro a giro sul secondo palo. Si è disquisito tanto sulla conferenza di Sarri alla vigilia, che se avesse potuto (alla luce del devastante avvio dei Citizen nella gara di andata) avrebbe fatto iniziare le partite al ventunesimo, il minuto in cui la sua squadra all’Ethiad aveva iniziato a giocare. I ruoli si sono invece capovolti, il Napoli dopo il vantaggio bello e meritato, raggiunto guarda caso proprio al minuto 21, e un approccio alla gara decisamente migliore di quello degli ospiti, ha praticamente consegnato a loro la palla agli avversari. Tredici minuti e Otamendi sovrasta Hysaj e infila di testa alle spalle di Reina. Il pareggio (ri)consegna al City la Palma di migliore squadra d’Europa con il Napoli che non riesce più a riaffacciarsi nella loro metà campo. Stinse colpisce una traversa, Koulibaly deve fare gli straordinari per contenere i passaggi corti e stretti in area alla ricerca del gol del vantaggio. C’è un perché che va oltre l’apparente scoramento per il pareggio subito dopo poco più di dieci minuti. Un giocatore fondamentale per la spinta del Napoli sulla catena di sinistra, Faouzi Ghoulam, si è infortunato al ginocchio destro, poco dopo il gol di Insigne. Al suo posto Hysaj (Maggio a destra) non spinge alla stessa maniera, non avvia l’azione sulla catena di sinistra. Risultato: Hamsik e Insigne completamente fuori dall’azione offensiva, costretti a contenere anziché prolungare o avviare le azioni di attacco. Un episodio, l’infortunio dell’algerino, che ha fatto saltare la manovra solita, collaudata e garantita della squadra di Sarri. Hysaj dal suo lato non stava facendo affatto male, riuscendo a contenere uno del calibro di Sanè. L’uscita anticipata di Ghoulam ha sicuramente compromesso i piani di Sarri, ma sarebbe poi ingeneroso ridurre la sconfitta solo all’infortunio dell’algerino. Lo strapotere del City è un dato incontrovertibile, il Napoli ha fatto quel che ha potuto davanti ai suoi tifosi che al termine hanno anche applaudito.