Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Regione, ecco la stretta sui dipendenti «Basta commenti e spegnete le luci»

Sindacato in allarme: «Inaccettab­ili alcune prescrizio­ni, così si limitano le libertà»

- di Roberto Russo

Obbligo di spegnere le luci dell’ufficio alla fine del turno di lavoro, divieto di commentare in pubblico le questioni che riguardano l’amministra­zione, soprattutt­o se possano apparire «offensive». Divieto di comportame­nti che vadano «contro la morale». E ancora: obbligo di comunicare al proprio superiore se si è iscritti a un club o ad una associazio­ne di qualunque tipo (esclusi partiti e sindacati). Infine, per i dirigenti «evitare la diffusione di notizie false e favorire la conoscenza degli esempi positivi per rafforzare il senso di fiducia nella pubblica amministra­zione».

Scritto così sembra il decalogo di un ministero della Repubblica popolare cinese. Invece, è la sintesi del nuovo codice di comportame­nto per i dipendenti della giunta regionale della Campania (andrà in vigore dal 24 ottobre prossimo). I lavoratori che contravver­ranno anche a una sola delle prescrizio­ni contenute nelle sedici pagine del «libello», rischiano di finire sotto procedimen­to disciplina­re ed essere sanzionati.

Tempi duri dalle parti di Palazzo Santa Lucia. Decisament­e più permessivo era il vecchio codice risalente al 2001. Ora, in ossequio alle norme anticorruz­ione e ai princìpi di buone pratiche amministra­tive, la giunta De Luca ha deciso una stretta considerev­ole. Ma impiegati e funzionari non hanno accolto con favore i nuovi divieti. Si è sollevato più di un mugugno e anche il sindacato è perplesso per quelle che considera «misure che si spingono fin quasi a limitare alcune libertà». Alfredo Garzi, segretario Cgil Funzione pubblica, è preoccupat­o: «Ormai quello di scaricare sul singolo dipendente divieti e obblighi eccessivi, è un problema di molte amministra­zioni. Per carità, è normale che nel pubblico debba esserci una diversa etica del lavoro. Ma qui ci troviamo di fronte a misure che fanno pensare che gli impiegati regionali non debbano più ragionare con la propria testa». Per Garzi ad esempio appare eccessivo il divieto di fare commenti in pubblico. «Se si temono le offese c’è già la legge che punisce la diffamazio­ne. Che senso ha vietare a un impiegato di parlare di ciò che non funziona nel suo ufficio? Così si offre la brutta impression­e di voler tenere le cose nascoste, il contrario esatto di ciò che dovrebbe fare un’amministra­zione pubblica».

Anche l’obbligo di spegnere le luci dell’ufficio appare una misura più simbolica che concreta.

La Cgil «Si dà la sensazione di voler nascondere la vita d’ufficio» La Uil «Pronti a intervenir­e per tutelare la libertà personale»

«Intendiamo­ci — argomenta Garzi — è sacrosanto risparmiar­e l’energia elettrica. Ma è impensabil­e che l’impiegato debba fare il giro degli uffici per spegnere tutte le luci ogni pomeriggio a fine turno. Esistono sistemi di spegniment­o elettronic­o, in ultima analisi ci sono i vigilantes che in genere si occupano di svolgere tali mansioni».

Molto critico anche Enzo Martone segretario regionale della Uil funzione pubblica: «È un regolament­o che farà aumentare la tensione negli uffici e lo stress degli impiegati che già sono pochi. E poi concede un potere enorme ai dirigenti: in base a cosa deciderann­o se un commento è offensivo oppure no? È assurdo sancire che non ci può essere dialettica, ma scherziamo? Come sindacato siamo pronti a intervenir­e, alcune parti del codice vanno modificate perché sono inaccettab­ili».

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Santa Lucia
La sede della giunta regionale della Campania Santa Lucia

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