Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Poggioreale, rogo al cimitero Bruciano gli atti sotto inchiesta
NAPOLI Qualcuno si è introdotto di notte nell’ufficio di via Santa Maria del Pianto al cimitero di Poggioreale, quello del «front office» dove si eseguono tutte le pratiche burocratiche per poter seppellire le salme. Poche ore prima gli uomini del Nucleo di polizia giudiziaria della Guardia di Finanza di Napoli, diretti dal comandante Luigi Del Vecchio, erano stati proprio lì per notificare un avviso di garanzia ad uno dei dipendenti, Vincenzo Maione, e sequestrare il suo computer dove secondo la Procura di Napoli potrebbero esserci elementi utili per poter ricostruire un giro milionario e illegale di compravendita di loculi tra privati. Ieri notte però qualcuno ha provato a distruggere ogni prova dando fuoco ai centinaia di documenti presenti negli scaffali dell’ufficio del comune di Napoli. I Vigili del Fuoco stanno facendo gli ultimi rilievi e stileranno la relazione ma è quasi certa la natura dolosa delle fiamme che in pochi minuti hanno avvolto una parte consistente dell’edificio.
Sul posto oltre al comandante Del Vecchio sono arrivati in mattinata anche il procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli e il pm che conduce le indagini, Ludovica Giugni, proprio per la delicatezza delle indagini. Si è appurato che i resti di centinaia di corpi qualcuno, forse, li ha addirittura messi nei sacchetti della spazzatura o lasciati in strada ai cani randagi. Senza pietà hanno svuotato centinaia di cappelle gentilizie al cimitero di Poggioreale mentre altri le «allestivano», ristrutturandole, per altri cadaveri. Una mercimonio sgradevole e proibito dalla legge che vieta la vendita di loculi tra privati. Due giorni fa la Finanza ha eseguito decine di perquisizioni. Il sospetto è che diverse persone hanno venduto negli anni loculi e tumuli al cimitero di Napoli per un giro di affari da oltre sette milioni di euro. Sono quattro gli indagati al momento, ma l’indagine è appena partita. Si tratta di Gennaro Mastrini, titolare dell’omonima ditta di onoranze funebri, Felice Varriale, factotum da tempo interessato alla gestione di cappelle cimiteriali, Vincenzo Maione, impiegato alla Direzione servizi cimiteri e al «front office» del cimitero di Poggioreale, quello andato distrutto: addetto al risoluzione di pratiche burocratiche, e Vincenzo Franco, procuratore degli eredi «Brodetti», una famiglia nobile di Napoli e gestore occulto dell’omonima cappella sulla quale sono in corso serrate indagini perché c’è il sospetto che anche lì ci siano state strani movimenti. Al momento sono stati apposti i sigilli alla cappella «Pellino» posizionata nella zona cimiteriale detta «Nuovissimo», e due cappelle denominate «Marigliano» che sono nella zona del «Quadrato monumentale».