Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Almaviva, spiragli nella trattativa per revocare i licenziamenti
NAPOLI Ennesima “fumata nera” per la trattativa al Mise di Almaviva Contact dopo l’annuncio di 2511 esuberi nelle sedi di Napoli e Roma che in questo modo dovrebbero essere chiuse. Ma alla fine ieri nel tavolo a cui hanno partecipato, Governo, sindacati ed istituzioni si è compreso che al centro del dietrofront di Almaviva c’è una questione di soldi e nulla di più. Cioè anche se il governo ha messo sul tavolo (è stato detto ieri al Mise) 30 milioni di euro solo per il comparto dei call center, «da soli gli ammortizzatori sociali non bastano, ma sono inutili, se non dannosi, senza elementi nuovi di discontinuità». Così l’Ad di Almaviva Andrea Antonelli ha dato voce alla posizione dell’azienda e cioè che si può provare a fermare la ‘macchina’, ma solo «in un quadro di azioni coerente», a supporto «della fase transitoria». La società detta le sue condizioni per fare marcia indietro, e anche in questo caso le posizioni appaiono lontanissime. Nuovo appuntamento fra quindici giorni. «La Regione Campania – spiega l’assessore regionale al Lavoro, Sonia Palmeri ribadisce la disponibilità di ragionare sulla predisposizione di percorsi formativi che abbiano come obiettivo finale ed imprescindibile un piano di rilancio e sviluppo dell’attività aziendale sul sito di Napoli. Ma deve essere però chiaro che la condizione fondamentale è la sospensione delle procedure di licenziamento per gli 845 lavoratori di Almaviva della sede di Napoli». Palmeri ha convocato presso la sede dell’Assessorato alle 14 con i vertici aziendali di Almaviva per analizzare un piano di formazione possibile. Pessimisti i sindacati. «Abbiamo rigettato le proposte aziendali, alcune delle quali inaccettabili – spiega Massimo Taglialatela, Segretario Generale della Uilcom Campania - come si può pensare di negoziare alcuni istituti contrattuali impoverendo ulteriormente il salario delle lavoratrici e dei lavoratori?».