Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Domani si laurea in Sociologia Giulia Venezia D’Anna, 79 anni e «amica» di re e ministri
A 79 anni Giulia Venezia D’Anna, insospettabile amica di re e ministri, non ha smesso di sognare né perso la volontà di perseguire le proprie aspirazioni. Domani, infatti, conseguirà la laurea alla quale aveva dovuto rinunciare da giovane ma che ha continuato a desiderare. Anzi, Giulia ha già sostenuto l’esame conclusivo alla Federico II davanti ai professori Oreste Ventrone, Amalia Caputo e al proprio relatore Gianfranco Pecchinenda, e attende ora la proclamazione che si terrà domattina nel cinema Academy Astra. «Parto — dice — dalla media del 100, poi la commissione potrebbe darmi anche 5 o 6 punti per la tesi». L’elaborato finale è in sociologia, ma il titolo è «Oliver Twist, un’analisi sociale» e ruota intorno al personaggio letterario che Charles Dickens ha collocato nella grigia e cinica Inghilterra vittoriana.
Anche la vita di Giulia è stata irta di difficoltà nell’Italia che attraversava il tunnel della guerra. «Sono nata nel 1937 — racconta — e oggi sono qui perché non mi permisero di studiare. Ero prima di cinque figli e a 14 anni, dopo la terza media, mio padre mi trovò lavoro all’Hotel Royal». Da allora non ha mai smesso di lavorare e di guadagnare, anche per permettere ai fratelli di conse- guire un titolo di studio. Dopo il Royal, passò all’Ambassador, poi alla Sme che in seguito rientrò nell’Enel. Da studentessa-lavoratrice ha conseguito il diploma delle magistrali. E già allora dette dimostrazione della propria forza d’animo. «All’inizio degli anni Novanta a Napoli non esistevano corsi serali di scuole umanistiche — spiega — quindi io e alcuni amici ci mobilitammo per cercare di ottenerne l’istituzione. Al Provveditorato quasi ci cacciarono. Così decidemmo di andare a Roma per parlare con il ministro della Pubblica Istruzione». Partirono in due con un panino e un thermos d’acqua nella borsa e molto ottimismo nello spirito.
«All’ingresso io e Ciro, il mio compagno di viaggio, spiegammo di cosa volevamo discutere. Ci fecero attendere un’ora al primo piano, un altro paio al secondo. Non sapevano con chi farci parlare. Ormai erano le tre del pomeriggio quando ci ricevette il ministro in persona, Riccardo Misasi. Gli illustrammo le nostre difficoltà e le nostre richieste: ci ascoltò con pazienza e attenzione. Alla fine dette disposizioni perché fossimo accontentati e ci salutò rassicurandoci: “Tanti auguri, non vi preoccupate”». E mantenne la parola, così Giulia seguì il corso e ottenne il diploma magistrale a 50 anni.
Successivamente, Giulia Venezia è stata protagonista di un’altra storia straordinaria (che il Corriere del Mezzogiorno ha raccontato alcuni anni fa). In occasione della visita di Papa Paolo VI in Terra Santa all’inizio del 1964, seguita con grande attenzione dalla Rai e dai quotidiani italiani, la signora rimase molto impres- sionata dall’accoglienza che, ad Amman, fu riservata al Pontefice da re Hussein di Giordania. «Presero corpo in me una sorta di gratitudine per il sovrano e una grandissima curiosità di visitare il suo Paese. Ma alcuni anni fa ho pensato che non avrei mai più fatto quel viaggio». Era il 2009. Di certo pochi avrebbero deciso, come ha fatto lei, di raccontare questa storia in una lettera al nuovo re, quasi a scusarsi di non poter andare. La risposta a Giulia è arrivata con un inaspettato messaggio del capo del Protocollo reale Amer El Fayez il quale, porgendole i «sinceri ringraziamenti» da parte «di Sua Maestà Re Abdullah II», le riferì l’invito del sovrano a visitare il Regno Hashemita di Giordania come propria ospite. Entusiasta e un po’ incredula, Giulia partì per una vacanza davvero incredibile. Dando dimostrazione di ciò che Jim Morrison ha affermato: «Non dire mai che i sogni sono inutili, perché inutile è la vita di chi non sa sognare».
Non è certo così per Giulia Venezia D’Anna. Il professore Pecchinenda, figura chiave del suo percorso di studi universitari, è convinto che Giulia non si fermerà alla laurea triennale: sicuramente vorrà puntare anche alla specialistica».
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