Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Un giallo sulla crisi dei rifiuti «Nel libro c’è un po’ di Bassolino»
Oddati: «La trappola del gioco» ispirato anche da Cozzolino e Paolucci
Nel primo libro, Il teopolritico,
NAPOLI La città di Napoli sta vivendo il dramma dei rifiuti, che ha risonanza nazionale e internazionale. Improvvisamente, il corpo senza vita di un importante eche lumngo occuapato della corda, Palazzo San a si è dei sistemi di smaltimento, viene ritrovato in un sito di stoccaggio di ecoballe: si tratta di una morte misteriosa, alle cui cause gli stessi medici legali trovano grande difficoltà a risalire. Giacomo faceva da sfondo. Nel Ancora una volta, come già avvenuto per il “Teorema della corda” (precedente romanzo di Nicola Oddati) il Questore Antonio De Girolamo e la bella magistrata Silvana Budrio decidono di avvalersi della consulenza dell’importante e pressso l’Ueniversitàc Federioco ndo (in uscita oggi), La conosciutissimo avvocato Agatino Dell’Aquila, e del suo giovane amico di origine siciliana, Pietro Maiorana, professore di matematica
II. Il professore Maiorana – reduce da ola del gioco, sinTgolare facroltà dai ipmprovvipse è la crisi rifpersoinagugi un viaggio in Sicilia dove ha avuto un emozionante incontro con un ascetico frate eremita che gli ha squarciato il velo sui suoi ricordi d’infanzia e sulla sua
vivere visioni premonitrici – pone subito la variamtente icolle.gati agAli nzi quello che ne consem gate matuico sua razionalità matematica al servizio dell’indagine. La vicenda si complica per ulteriori omicidi, per la continua lotta per il potere combattuta senza esclusione di colpi da eventi delittuosi e per le interferenze di un divieso pasesione cioé l’implosione di una comitato segreto d’affari di altissimo livello, la cui ombra si proietta su tutta la penisola. Una storia colma di mistero e di intrighi, di colpi di scena e di tranelli, nella quale il – fra la per interala musica e il problematico rapporto classe dirigente. Ma non con Mariko, l’affascinante fidanzata giapponese – raggiungerà la verità grazie alle sue lucidissime intuizioni e alla capacità di ordinare gli eventi secondo una logica stringente, avvalendosi in maniera originale del pensiero rattadi Giordano Bruno di un romanzo storico, Fedserica Bialistretri e della Teoria dei Giochi di John Nash. Copertina né di un saggio politico. Nicola Oddati prosegue con il giallo, sequel del primo: il corpo senza vita di un importante politico, che a lungo si è occupato del sistema di smaltimento dei rifiuti, viene ritrovato in un sito di stoccaggio di ecoballe. E non senza orgoglio Oddati annuncia che dal Teorema della corda sta nascendo un film: prima regia di Fortunato Cierlino.
Il sindaco Gerardo Del Giudice del primo libro somiglia moltissimo a Luigi de Magistris. Ora, invece?
«Qualche riferimento c’è sempre. Questa volta parlo di un pezzo di nostra storia, della sinistra napoletana e della vicenda rifiuti. Ovviamente la ricostruzione è romanzata. Ci sono delitti frutto della fantasia. Ma ho cercato in qualche modo di restituire una sorta di dignità alla nostra storia che processualmente è stata confermata. Il libro è stato scritto prima dell’assoluzione di Bassolino, dal di dentro vedevamo i limiti, ma anche le energie spese. Ma è un romanzo».
Si vuole sottrarre al gioco dei richiami. Aldo Sirignano è chiaramente ispirato all’ex governatore. Dall’ascesa alla caduta.
«Non c’è dubbio che ho pensato in parte a lui, ma se è per questo ci sono anche io in un paio di personaggi».
Uno è Marcello Orefice, uno tra i pochi che resta vicino a Sirignano durante la rovinosa caduta.
«È vero. Ma ci sono anche altre figure che hanno fatto parte di quella stagione e che sono stati vicini a Bassolino, da Cozzolino a Paolucci, ma
non sveliamo tutto».
Dove nasce la sua passione per la matematica?
«Da sempre. La teoria dei giochi è lo schema. John Nash darà la chiave di lettura per la soluzione del giallo. Il primo delitto avviene che la vicenda rifiuti è finita da tempo, ha chiuso una fase politica e ci sono ancora interessi in campo. Dunque si è costretti a riaprire il capitolo».
È indulgente con i suoi personaggi e dunque anche quella vicenda?
«Nel complesso i compagni di una stagione sono positivi, hanno personalità controverse, limiti ma positivi. Aldo Sirignano è il personaggio più bello, perché ha una sua epicità, una sua forza. Anche nelle contraddizioni. Capacità di attrarre gli altri. Le altre personalità meno spiccate».
Lei ragiona sul sistema di potere.
«Planetario, col sole al centro e i pianeti, anche autonomi
nello sbagliare».
Questo è l’ultimo libro e ce ne sarà un altro?
«È una trilogia, il terzo ed ultimo lo sto per terminare, si intitola La formula magica. E tornerà il personaggio di Gerardo Del Giudice che alla fine mi è mancato moltissimo, mi ci sono affezionato. Perché è più folle chi si professa rivoluzionario. Mi è mancato il sindaco».
Non è che amando la trasposizione letteraria, ora condivide di più de Magistris?
«È diverso dall’originale. Sul piano politico non condivido alcune cose di de Magistris, altre sì, per esempio ha fatto bene col lungomare. Ma io sono a favore di Renzi quindi trovo sbagliato per Napoli il comportamento del sindaco, anche perché dal punto di vista generazionale ci vorrebbe un patto tra chi governa la nazione e la città. Poi i tratti identitari dell’esperienza amministrativa restano anche se fai del bene alla città».
È un ex politico o uno scrittore?
«Scrivere mi diverte molto e quindi continuerò a farlo senza pretendere di dirmi scrittore. La politica è stata la mia vita, non ho rimpianti».
La trilogia Sto terminando l’ultimo lavoro: «La formula magica». Tornerà Del Giudice-de Magistris