Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Rischio Vesuvio, Napoli non ha il programma
Il vicesindaco Del Giudice : «Tra dieci giorni saremo pronti». Manca anche per i Campi Flegrei
NAPOLI La «black list» della Protezione civile regionale parla chiaro. Tra i nove Comuni che non hanno ancora trasmesso il Piano comunale di emergenza e le allegate aree di attesa dove radunare la popolazione in caso di calamità naturale c’è anche Napoli. Da palazzo San Giacomo, il vicesindaco Raffaele Del Giudice sulle prime tenta di lanciare la palla in tribuna: «Nessuna inadempienza da parte nostra — replica quasi seccato — abbiamo il Piano e tutto ciò che serve». Per poi aggiungere più ragionevolmente: «C’è solo da definire alcune aree, dato che per noi risultano compatibili per la loro tenuta sismica, ma poi sovrapponendo le nostre mappe a quelle della Protezione civile risultano essere esposte al rischio idrogeologico. Per esempio le aree con cavità sotterranee. Inoltre, vi sono residenti di quartieri che non possono evitare di attraversare la cosiddetta Zona rossa per mettersi in salvo. Per questo abbiamo allestito dei tavoli tecnici, ogni settimana facciamo il punto per zone. Insomma, in dieci giorni saremo pronti, con la collaborazione della Regione. Ma bisogna considerare un dato: che le mappature di Napoli esigono tempi ed esami del tutto diversi da altre realtà meno affollate e pianeggianti». Da Santa Lucia fanno spallucce, giusto per evitare di aprire un altro fronte polemico. Poi addirittura annunciano di voler abbozzare una replica. Alla fine preferiscono desistere, riferendo che per tutta la giornata di ieri non è pervenuto nulla da parte del Comune di Napoli agli uffici della Protezione civile regionale: né il Piano di emergenza, né le aree di attesa.
D’altronde, il termine ultimo imposto alle amministrazioni comunali in ritardo dal governatore Vincenzo De Luca e dal capo del Dipartimento nazionale della Protezione civile, Fabrizio Curcio, per presentare il programma di salvaguardia della popolazione entro il 31 ottobre, non lascia scampo a nessuno. A Napoli come a Pompei, a Boscoreale come a San Gennaro Vesuviano, a Torre Annunziata come a Boscotrecase, a Nola come a Scafati e a Terzigno. Il capoluogo partenopeo, in particolare, sarebbe sguarnito di un Piano di Protezione civile sia sul versante orientale compreso nella Zona rossa del Vesuvio, sia su quello occidentale, appartenente all’altra area a rischio dei Campi flegrei. Ma quali sono, nel dettaglio, le circoscrizioni di Napoli coinvolte nel Piano di evacuazione regionale? La Municipalità 1 con i quartieri San Ferdinando, in parte, Chiaia e Posillipo. Municipalità 5: con parte dell’Arenella e parte del Vomero; Municipalità 8: con il quartiere Chiaiano, sempre in parte; Municipalità 9: con il quartiere Soccavo; Municipalità 9: con Pianura; Municipalità 10: con Bagnoli; Municipalità 10: con Fuorigrotta. Nella zona orientale, i quartieri di Barra, San Giovanni a Teduccio e Ponticelli.