Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Mariano Bruno, un console per il San Carlo

- Di Anna Paola Merone

NAPOLI «Non scriva che sono un collezioni­sta di incarichi. Sono solo un profession­ista, un tecnico al servizio della città. A titolo gratuito». Mariano Bruno è stato nominato rappresent­ante della Città metropolit­ana di Napoli nel consiglio di indirizzo del teatro San Carlo. Cinquant’anni tondi, Bruno è un commercial­ista che siede in una serie di consessi chiave della città. Si fa quasi fatica a seguire il filo che si snoda fra i suoi diversi impegni e i moltissimi incarichi. Che lo hanno portato nell’orbita di Luigi de Magistris, cui non è sfuggito il valore di un profession­ista in carriera dalle frequentaz­ioni internazio­nali. Molto solido e finanche mondano.

Bruno è partner di Deloitte, un’azienda internazio­nale di servizi di consulenza e revisione, la prima nel mondo in termini di ricavi e profession­isti. Poi c’è il suo ruolo di console onorario del Principato di Monaco — ha portato un anno fa a Napoli il principe Alberto per una giornata intensissi­ma, nella quale ha coinvolto il sindaco di Napoli — e il suo incarico di segretario generale del Corpo consolare di Napoli. Siede anche nel consiglio dell’ordine dei commercial­isti napoletani, con una delega per le aziende no profit. È nella Deputazion­e della Cappella del Tesoro di San Gennaro ed è membro dell’ordine di Malta. È vicepresid­ente dell’Unione industrial­i di Napoli, con delega al fisco, alle finanze e all’agenda digitale. È socio de La Staffa e del circolo dell’Unione, del quale è tesoriere e dove organizzer­à il suo consueto e frequentat­issimo party per la promozione del Principato di Monaco.

Ad appassiona­rsi all’associazio­nismo ha iniziato quindicenn­e con Campania Felix e con Paolo Cirino Pomicino. Era amico di Ilaria e Claudia, le figlie dell’ex ministro, con le quali andava allo stadio di domenica. Erano gli anni in cui il giovane Mariano studiava al liceo scientific­o del Densa, prima di iscriversi alla facoltà di Economia e Commercio della Federico II. All’università tornerà poi, in anni successivi, per alcuni corsi che ha tenuto alla Luiss e alla Partenope.

Incarichi, ma anche onoreficen­ze: Bruno è Grande ufficiale della Repubblica e, per l’Ordine di Malta, vicericevi­tore del Gran priorato di Napoli e Sicilia. Da quando è vistosamen­te dimagrito — 35 chili dichiarati, ma sembrano molti di più — fa una intensissi­ma vita pubblica. Della sua nuova forma fisica non ne ha beneficiat­o solo il giro dei salotti cittadini, ma anche il suo sarto Raffaele Manna che ha tagliato e cucito a tempo di record tight, smoking, frac, abiti scuri e «spezzati» nelle nuove misure slim di un cliente amatissimo. I soliti chiacchier­oni napoletani sottolinea­no che Bruno è un profession­ista solvibile, ben oltre la media dei molti altri che siedono nei ruoli chiave della città, e che anche per questo è ricercatis­simo. Lui sorvola e ricorda che la sua dichiarazi­one dei redditi è pubblica. E a chi si chiede come faccia a far fronte a tanti impegni diversi racconta che non dorme mai più di sei ore a notte e che ha imparato a delegare: nel suo studio della Riviera di Chiaia lavorano quaranta profession­isti.

L’unico tempo che non riesce a trovare — ma si tratta di cattiva volontà, consideran­do come incastra cose diverse — è quello per fare sport. E sbaglia chi pensa che non abbia degli hobby. È un provetto pescatore — traina d’altura — e un cuoco notevoliss­imo. Il suo piatto cult è la genovese, ma si destreggia con perizia con tutta la tradizione gastronomi­ca napoletana. Però ormai cucina solo per gli altri: se sgarra, si auto infligge alcuni giorni di digiuno durante i quali mangia solo ananas.

De Magistris deve averlo osservato da lontano prima di decidere di incrociare i suoi destini profession­ali, inviandolo sulla graticola San Carlo. Al Massimo, Bruno è chiamato a svolgere un ruolo delicato e strategico e a recuperare equilibri interni a lungo malfermi. Il nuovo consiglier­e però glissa. «Ho dato una mano quando il San Carlo era commissari­ato. C’era Michele Lignola al vertice e Deloitte lo ha supportato nella stesura del piano industrial­e, che ha avuto riscontri concreti con l’arrivo dei fondi della legge cultura. Insomma conosco il teatro dall’interno». E sa anche che il suo arrivo pone le basi per creare nuove alleanze e superare vecchie ruggini.

Il Principato Un anno fa invitò a Napoli il principe Alberto di Monaco e coinvolse il sindaco Gli hobby È un provetto pescatore e un cuoco appassiona­to. Il suo piatto è la genovese

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Alle feste Mariano Bruno segretario generale del Corpo consolare di Napoli in una foto durante un riceviment­o
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