Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Bilancio e reddito di cittadinanza La Cgil boccia de Magistris
«Ma su Bagnoli il Comune non può essere confinato in una cabina di regia»
Usa sicuramente più il bastone che la carota, Walter Schiavella. Il nuovo commissario della Camera del lavoro metropolitana di Napoli, che fino a poche settimane fa era alla guida della federazione nazionale degli edili (la Fillea), infatti, ha affidato a Rassegna Sindacale — periodico fondato nel 1955 dalla segreteria della Cgil guidata da Giuseppe Di Vittorio — i suoi primi pensieri partenopei. E si tratta di giudizi in alcuni casi pesanti. Ma andiamo per ordine. Male il sindaco
«Il bilancio comunale recentemente approvato non va nella giusta direzione — spiega il plenipotenziario di Susana Camusso all’ombra del Vesuvio — Tralasciando la forma, circa l’assenza di ogni confronto con le parti sociali, parzialmente giustificato dalla ristrettezza dei tempi, resta la sostanza». E ancora: «Sul piano fiscale, la scelta di finanziare uno strumento ancora dubbio nelle forme e comunque futuribile quale il reddito comunale di cittadinanza, riducendo la fascia di esenzione dell’addizionale Irpef comunale, crea un danno immediato certo a fasce deboli di popolazione per procurare un vantaggio futuro e incerto ad altre altrettanto deboli, ma le cui caratteristiche sono ora ignote». È evidente, sempre secondo Schiavella — «che tutto ciò richiede l’apertura di un confronto complessivo, finora assente, sulle politiche fiscali del Comune, compresa la questione di come, superata Equitalia, si affronterà a Napoli la lotta all’evasione. Nell’evidenza dei numeri siamo oggettivamente di fronte a una riduzione della spesa sociale comunale a cui non corrisponde certo una riduzione dei bisogni; anzi,lo scarto fra bisogni e risorse per soddisfarli cresce ancora». Ma sull’area Ovest...
«Su Bagnoli occorre uscire dalle polemiche», ammonisce il numero uno della Camera del lavoro. E bisogna farlo affrontando la questione «nella sua concretezza. Il tema non è la legittimità o meno del commissariamento e dell’attuale commissario, bensì la sua finalità. Se appare innegabile che i ritardi fin qui misurati giustifichino ampiamente la scelta di un commissario straordinario, appare altrettanto innegabile che, ora che la fase di bonifica appare avviata e il focus si sposterà sulla destinazione urbanistica delle aree, il ruolo del Comune non sia riassumibile in una mera presenza nella cabina di regia». Se quindi «al Comune chiediamo di superare rigidità e pregiudiziali che rendono inefficace il necessario confronto istituzionale, al governo chiediamo di confermare la necessità di una struttura commissariale, ma, in questa nuova fase, di riconoscere pienamente la centralità del ruolo di programmazione urbanistica del Comune attraverso la nomina di un nuovo commissario nella figura dello stesso sindaco». Sud, fuoco di paglia
«In un quadro complessivo che resta contrassegnato da una crescita insufficiente — dice ancora Schiavella a Rassegna Sindacale — i recenti dati che attestano una maggiore crescita per il Mezzogiorno appaiono trainati da elementi settoriali o episodici e comunque non sono minimamente in grado di far ipotizzare l’avvio di un percorso di recupero del gap, aggravato in questi anni di crisi. Le politiche per il Mezzogiorno oggi appaiono affidate alla redistribuzione delle risorse europee, con l’unico segno di novità di una maggiore disponibilità delle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione, seppur con scansioni temporali eccessivamente dilazionate». Ma soprattutto «non può essere sufficiente una politica per il Mezzogiorno affidata esclusivamente alla logica dei Patti con Regioni e aree metropolitane, senza una politica nazionale, costruita su interventi strutturali capaci di intervenire sia sul versante degli investimenti, sia su quello delle condizioni di sistema, sia sulle condizioni di disagio sociale create dal perdurare delle diseguaglianze nelle condizioni di sviluppo». 300 milioni «fermi»
«Oltre 300 milioni di possibili investimenti destinati all’area metropolitana di Napoli sono fermi al palo per le difficoltà di rapporto fra governo e Comune. È inaccettabile. C’è da dire che i Patti stipulati con le Regioni necessitano di un miglior livello di coordinamento fra loro, ma soprattutto non appare concepibile in termini di effettiva efficacia un Patto per la Campania che non sia coordinato e integrato con un Patto per Napoli» Stoccata alla Regione
«L’Autorità portuale di sistema deve avere subito il commissario e deve essere da subito il soggetto unico che gestisce l’interlocuzione istituzionale, la progettazione e i finanziamenti relativi al futuro dell’intero sistema, lasciando alla prorogatio salernitana (chiesta dalla Regione, ndr) la gestione e il completamento dei soli progetti in corso». I crediti ex Banco
«Le risorse rese disponibili dall’azione di recupero dei crediti dell’ex Banco di Napoli potrebbero essere destinate al sostegno di progetti di sviluppo nell’area metropolitana». La nuova Cgil
«Dovrà essere un sindacato che sta nei vicoli e nei quartieri, un sindacato che deve almeno mettere il naso e annusare tutto ciò che si muove nella pancia della città e della sua area metropolitana».
I tempi sono maturi: il governo deve nominare commissario per l’area Ovest il sindaco di Napoli Porto, subito il presidente E l’Autorità deve essere dal primo momento il soggetto unico che gestisce progetti e risorse relativi al futuro dell’intera regione, lasciando alla prorogatio salernitana la gestione il compito di ultimare i soli programmi in corso