Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Biennale Teatro Lo stabiese Antonio Latella nuovo direttore
Nato a Castellammare di Stabia, dopo aver diretto il Nuovo di Napoli, si è trasferito a Berlino
«D arò spazio a registi, drammaturghi, attori che non hanno forse grande risonanza nel panorama teatrale di oggi, ma che già stanno lavorando per creare nuovi linguaggi della scena». Subito chiaro il programma di Antonio Latella (nella foto), nominato ieri nuovo direttore della Biennale Teatro di Venezia. Attore prima e regista poi, Latella, nato a Castellammare, dal 2004 vive prevalentemente a Berlino: ha iniziato negli anni ’90, mantenendo il rapporto con la sua Napoli, dove ha diretto il Teatro Nuovo.
Darò spazio ad artisti che forse non hanno grande risonanza, ma già creano nuovi linguaggi
«Darò spazio a registi, drammaturghi, attori che non hanno forse grande risonanza nel panorama teatrale di oggi, ma che già stanno lavorando per creare nuovi linguaggi della scena». È una dichiarazione di intenti, quella di Antonio Latella (nella
foto) nominato ieri nuovo direttore della Biennale Teatro di Venezia (subentra ad Àlex Rigola), che non lascia spazio ad equivoci. Una prima affermazione coerente con tutta la storia artistica del regista nato a Castellammare di Stabia nel 1967, ma cresciuto al nord dove i suoi genitori si erano spostati per lavoro. Una storia che in Latella ha lasciato tracce profonde a più riprese evidenziate dal suo peregrinare artistico e da alcune regie in particolare, da C’è del pianto in queste lacrime, rilettura destrutturata della sceneggiata napoletana, fino all’essenziale versione di Natale in casa Cupiello di Eduardo. Attore prima e regista poi, Latella - che vive dal 2004 prevalentemente a Berlino - ha iniziato negli anni ’90, mantenendo un rapporto forte con la sua Napoli, a tratti anche conflittuale, ma inevitabile. Segnato dalla lunga consuetudine con il Teatro Nuovo, dai primi spettacoli di segno tragico, shakespeariano, pasoliniano e genettiano, caratterizzati da forte fisicità, fino all’affidamento nella stagione 2010/2011 della direzione stessa della sala dei Quartieri spagnoli. Una direzione che rivoltò come un guanto le abitudini di quello spazio, che si ritrovò con una compagnia fissa e un repertorio site specific, sul modello dei più avanzati teatri tedeschi. Un’innovazione che non fu confermata negli anni, ma che ha lasciato un segno profondo nei suoi progetti successivi. E ora le nuove idee da realizzare a Venezia. «Penso ad una Biennale Teatro – dichiara ancora il neo direttore - che possa focalizzare l’attenzione su ciò che può porre le basi per il futuro prossimo del nostro teatro. Con talenti capaci di coniugare tradizione e innovazione, impegnati in un continuo scambio con affermati Maestri del palcoscenico, per provare a definire, o almeno a farci intuire, il teatro di domani». Insomma andare avanti senza dimenticare ciò che c’è stato, ma evitando però di rimanere schiacciati dal peso della storia.