Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Case dell’Asl «regalate», interviene Polimeni
Il commissario della Sanità: «Problema che affronteremo». Ditte indagate, chiedevano doppi pagamenti
NAPOLI Un numero enorme di i mmobili d e l l ’ As l Na p o l i 1 Centro fittati a prezzi stracciati, anche ad un decimo del loro valore di mercato, e poi canoni mai riscossi e addirittura appartamenti usucapiti dagli occupanti. Il terremoto di “affittopoli” sta per abbattersi sulla sanità napoletana a due anni circa dall’inizio delle indagini della magistratura contabile. L’intera questione risale infatti al 2014 e l’ipotesi confermata poi dall’indagine del sostituto procuratore Ferruccio Capalbo è che si sia prodotto un danno erariale di milioni di euro a causa di una gestione “allegra” o quantomeno poco attenta di appartamenti, strutture e addirittura terreni di proprietà dell’Asl. Soldi che se incassati avrebbero potuto migliorare i servizi offerti al pubblico con l’utilizzo di apparecchiature più idonee e una migliore assistenza.
Secondo fonti ufficiose, l’indagine si sta ormai definendo e molto presto, già nelle prossime settimane, dovrebbero arrivare i primi provvedimenti. Uno scandalo enorme, an- c o r p i ù ne l c l i ma di r i g i da spending review che sta affossando l’assistenza in nome del risparmio. «Un tema molto importante che sicuramente verrà trattato dalla struttura commissariale nelle prossime s e t t i mane » , h a s p i e g a to i l commissario alla Sanità Joseph Polimeni, intervistato dal Corriere del Mezzogiorno a margine di un convegno sulla «Responsabilità professionale del personale s a ni t a r i o » a l quale hanno preso parte l’onorevole Federico Gelli e la senatrice Annalisa Silvestro. Polimeni, che non è voluto entrare nel merito della questione, ha dunque confermato che anche la struttura commissariale sta analizzando la questione. «A poche settimane dall’insediamento – h a d e t to - s t i a mo prendendo visione di tutta una serie di criticità che ci sono in Campania, tra le quali anche questa». Chiarendo poi che «ci sono molti punti che devono essere approfonditi. Progressivamente lo faremo». A innescare la magistratura contabile erano alcuni beni che hanno prodotto un danno erariale di 1,2 milioni di euro, tra cui appartamenti in Via Tasso e il bar dell’ospedale San Giovanni Bosco. Ma l’indagine del sostituto procuratore Ferruccio Capalbo si è ben presto allargata a macchia d’olio, andando ben oltre i cento alloggi sin qui prospettati. Un’indagine molto complessa anche per l’assenza in molti casi di contratti di fitto e accordi formalizzati. Ecco perché, in assenza delle carte, si è andati avanti con interrogatori a tappeto.
Ieri intanto la Guardia di Finanza di Napoli ha notificato ai rappresentanti di quattro aziende altrettanti obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria per i reati di falsità ideologica in atto pubblico e truffa ai danni di un ente pubblico, ancora una volta l’Asl Napoli 1 Centro. Tutto si collega a decreti ingiuntivi con i quali queste aziende hanno chiesto e ottenuto dall’Asl Napoli 1 Centro il pagamento di crediti per 8 milioni di euro che avevano già ceduto a un’altra azienda. Secondo quanto emerso dalle indagini dei finanzieri, si tratta di crediti che alcuni anni fa le quattro aziende avevano ceduto un’altra società, la quale era riuscita a farseli pagare sempre attraverso dei decreti ingiuntivi. Nei confronti delle quattro società, e dei loro legali rappresentanti, la sezione Reati contro la Pubblica Amministrazione della Procura della Repubblica di Napoli ha chiesto e ottenuto dal gip anche un sequestro di beni «per equivalente» di sei milioni di euro. È in questo quadro desolane che oggi all’Unione Industriali di Napoli si terrà un incontro che vedrà protagonisti gli imprenditori della sanità accreditata, sul piede di guerra «per il mancato rispetto degli impegni» sulla questione dei tetti di spesa.