Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Dà fuoco alla sua ex incinta
I medici del Cardarelli fanno nascere la bambina. Lui arrestato a Formia
Orrore a Pozzuoli: l’imprenditore Paolo Pietropaolo ha dato fuoco alla ex compagna Carla Ilenia Caiazzo, incinta all’ottavo mese. Soccorsa da un vicino che ha spento le fiamme, la poveretta è stata portata al Cardarelli, dove i medici, con il cesareo, hanno fatto nascere la bimba che portava in grembo; si chiamerà Giulia Pia. Pietropaolo è fuggito in auto, ma ha provocato un incidente nel basso Lazio, dove lo hanno bloccato i carabinieri. Sulla sua pagina Fa cebo ok fioccano gli insulti.
NAPOLI Lei lo aveva lasciato, nonostante da otto mesi portasse in grembo sua figlia, e frequentava un altro uomo. Lui ha perso la testa e le ha dato fuoco, riducendola in fin di vita. Carla Ilenia Caiazzo, 38 anni, estetista, è ora ricoverata in condizioni gravissime nel reparto Ustionati del Cardarelli. Paolo Pietropaolo, 40 anni, imprenditore in difficoltà economiche, è in stato di fermo, a disposizione della Procura di Cassino. L’aggressione è avvenuta ieri mattina a Pozzuoli, in strada, non lontano dalla casa in cui la coppia viveva, in via vecchia della Vigna 68: una zona esclusiva, con ville abitate da famiglie molto facoltose. Secondo la ricostruzione fatta dai carabinieri, Paolo Pietropaolo ha versato addosso alla compagna dell’alcol e subito dopo le ha dato fuoco. Un attimo e Carla Ilenia è diventata una torcia umana. È stato un conoscente a gettarle addosso secchi d’acqua, esponendosi egli stesso al rischio di venire aggredito dalle fiamme. La donna è stata portata d’urgenza al Cardarelli, dove c’è un reparto specializzato nella cura delle ustioni. In ospedale i medici hanno deciso di farla partorire, per salvare la vita della bimba. Con il cesareo è nata infatti Giulia Pia, le cui condizioni, al momento, sono buone. Pesa due chili e 200 grammi e dovrebbe farcela senza problemi.
Paolo Pietro paolo, nel frattempo, è scappato con la sua auto. In stato confusionale, ha provocato un incidente nel bas- so Lazio: a quel punto si è fermato, ha atteso l’arrivo dei carabinieri e, quando gli si sono avvicinati, ha detto: «Sono io che ho dato fuoco a Carla». È stato accompagnato nella caserma di Formia, dove intorno alle 19, alla presenza del suo difensore, avvocato Gennaro Razzino, è cominciato l ’ i nte r rogator i o da parte del gip di Cassino. In serata è stato trasferito in carcere con l’accusa di tentato omicidio. A Napoli, intanto, i carabinieri della compagnia di Pozzuoli hanno compiuto i rilievi scientifici e avviatole indagini per chiarire i contorni dell’accaduto, con il coordinamento del pm Raffaello Falcone. Paolo e Carla Ilenia si conoscevano da circa 20 anni e avevano convissuto, ma non si erano mai sposati. Lui è un imprenditore la cui famiglia, in passato, ha gestito il ristorante «La ninfea», sul lago Lucrino: lo stesso che, sotto la gestione di Bruno Potenza, venne sequestrato nell’ambito dell’inchiesta su ristoranti e rici- claggio. Pietropaolo viene descritto come un uomo difficile, con vecchi problemi di droga e, negli ultimi mesi, un forte stress. Si lamentava, in particolare, dei forti rumori provenienti da un campo di paintball che si trova vicino alla sua abitazione. Il paintball, come si legge sul sito della struttura, è «uno sport a squadre, composte da un minimo di tre giocatori per squadra, il cui scopo è eliminare l’avversario colpendolo con le palline di gelatina riempite di vernice colorata sparate mediante appositi strumenti ad aria compressa». Spari continui, dunque, per molte ore al giorno, che rendevano a Pietropaolo la vita impossibile. Se ne era lamentato con alcuni amici, che gli avevano consigliato di sporgere denuncia. La situazione di forte stress potrebbe avere influito sullo stato d’ animo dell’ imprenditore, che ha aggreditola compagna condannandola, nel migliore dei casi, a sofferenze atroci e a rimanere sfigurata. Mala causa scatenante, secondo le prime indagini dei carabinieri, è stata probabilmente la decisione della donna di lasciarlo alla vigilia del parto: anche se gli aveva assicurato che gli avrebbe fatto vedere regolar- mente la bambina, lui non deve aver retto. In particolare era furibondo perché, sembra, Carla frequentava un altro uomo.
In serata la pagina Facebook di lei è stata chiusa, mentre su quella di lui fioccavano commenti e insulti: «Quella bestia è nato così»; «Ho letto, deve essere rinchiuso... Secondo me è uno str... figlio di papà»; «Spero solo che paghi. Ma ho già letto che la famiglia sostiene che era sottoposto a cure psichiatriche»; «Guarda un po’»; «Adesso esce fuori che era matto? Un nullafacente viziato e drogato, non merita pietà». In un post del 2 gennaio, lui scriveva: «Orgoglioso di essere un disadattato... Il posto di lavoro ? Ma chi ca... lo vuole, mi sento male solo all’idea d esser costretto a svegliarmi sempre nello stesso luogo, la stessa gente e facce».
Ingiurie L’uomo era in preda a un forte stress Sul suo profilo Fb insulti dalle donne