Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Salerno, è rivolta contro l’accorpamento Il presidente Russo: rischiamo la paralisi
Nel progetto di riforma è previsto che il distretto venga aggregato a quello di Napoli
SALERNO La prima relazione da presidente della Corte d’ Appello di Salerno di Iside Russo, all’ inaugurazione dell’anno giudiziario, potrebbe essere anche l’ ultima. Perché nel progetto redatto dalla Commissione per la riforma dell’ordinamento giudiziario (presieduta dall’ex numero uno del Csm Michele Vietti, e ora al vaglio del ministro della Giustizia Andrea Orlando) è prevista la soppressione del distretto di Salerno con il conseguente accorpamento a quello di Napoli. E il giudice calabrese, insediatasi appena da qualche giorno nel suo nuovo ufficio dopo 18 anni a Reggio Calabria, dove è stata protagonista di alcune storiche sentenze contro la ‘ndrangheta, ieri mattina ha voluto rendere pubblica la sua netta contrarietà a questa proposta.
«Si profila all’orizzonte un serio e grave problema – ha esordito Russo – occorre un’azione sinergica che veda coinvolti magistrati, avvocati, parlamentari, forze di polizia, enti pubblici e la stessa società civile per bloccare la soppressione della Corte d’Appello di Salerno e mettere in risalto i limiti del progetto e le ricadute negative sulla giurisdizione. Le conseguenze sarebbero dram- matiche ed ampiamente prevedibili. E non è giustificabile la soppressione se legata alla spending review, perché la funzione giurisdizionale non risponde al criterio del mercato dei risultati, ma si misura quotidianamente coi valori. Inoltre l’accorpamento al distretto di Napoli, già immenso, renderebbe davvero ingestibile il servizio».
Ma non è stata questa l’unica stoccata portata dalla presidente della Corte d’Appello. Che ha rivendicato la necessità di dare un’ accelerata al completamento della cittadella giudiziaria, inaugurata dal Comune — con l’allora sindaco Vincenzo De Luca — almeno tre volte nel corso degli anni ma mai entrata in funzione per il ritardo nella stipula dei nuovi contratti da parte del ministero. «Magistrati e personale amministrativo sono costretti a operare in spazi angusti, non essendo disponibili quelli della cittadella – ha incalzato Russo – non si è provveduto neppure alla consegna del primo stralcio funzionale che contiene soltanto tre dei sei edifici che compongono la struttura. Al Tribunale di Salerno, la carenza di aule ha perfino impeditola fissazione di alcune udienze. Inoltre la soppressione della sede distaccata di Eboli è stata soltanto virtuale. Perché proprio per l’insufficienza degli spazi della sede centrale, ancora oggi si utilizzano i loca- li di Eboli. E ancora, il Tribunale di Nocera Inferiore, al quale sono state accorpate le sezioni distaccate di Cava de’ Tirreni e Mercato San Severino prima appartenenti a Salerno, ha una pianta organica invariata ma una mole di lavoro molto più elevata ». Le rivendicazioni avanzate dal presidente della Corte d’Appello sono suffragate dai numeri. Che riflettono una condizione intollerabile nella logistica della gestione della Giustizia a Salerno e una situazione allarmante per una recrudescenza dell’attività criminale. I dati, contenuti nella relazione analitica predisposta dal presidente vicario della Corte d’Appello, Claudio Tringali, evidenziano un quadro critico della provincia. I reati di riciclaggio hanno registrato un aumento dell’80%, in netta crescita quelli di bancarotta fraudolenta (+85%) e più in generale i reati societari (+44%); anche l’usura fa segnare un balzo in avanti con un +32,75% dei procedimenti penali e crescono i reati contro la pubblica amministrazione (+21,8%), l’estorsione (+28%) e gli atti persecutori (+25%). E sono ancora una volta le parole del presidente Russo a manifestare la grande preoccupazione per il riacutizzarsi dell’azione della camorra nel Salernitano, nonostante la forte risposta che arriva da magistratura e forze dell’ordine. «Allarmante il dato della diretta interferenza dei sodalizi criminosi di stampo mafioso in uno dei momenti più qualificanti della vita democratica di un paese: le elezioni» ha evidenziato il presidente della Corte d’Appello riferendosi ai casi di alcuni Comuni dell’Agro nocerino e di Battipaglia. Nella relazione di Tringali, inoltre, trova spazio anche un «no» che la procura di Salerno ha dovuto incassare dal Vaticano nell’ambito dell’inchiesta su monsignor Nunzio Scarano, il prelato accusato di aver fatto rientrare in Italia capitali illeciti. «Non è stata accolta la richiesta di esecuzione del sequestro preventivo del Gip per un importo di 2 milioni 232mila euro quale controvalore delle somme rinvenute nei rapporti bancari riconducibili a un indagato accesi presso lo Ior».
La soppressione dei nostri uffici non può essere legata alla spending review perché la nostra funzione non risponde al criterio del mercato dei risultati