Classic Voice

MILANO MUSICA

- PAOLO PETAZZI

INTERPRETI E SEDI vari ★★★★★ “CAMINANTES” PERCORSI DI MUSICA D’OGGI

Un felicissim­o esordio e d’un tratto il silenzio: all’ottimo avvio di Milano Musica con quattro concerti tra il 15 e il 18 ottobre è seguita la cancellazi­one di tutti gli altri appuntamen­ti, in programma dal 26 ottobre al 23 novembre, in seguito al divieto che ha colpito la musica, il teatro e il cinema. Dell’omaggio a Luigi Nono è rimasto il titolo del Festival, Caminantes e la “anteprima aperta” con il suo terzultimo lavoro, La lontananza nostalgica utopica futura “madrigale per più caminantes con Gidon Kremer” per violino e otto nastri magnetici (1988/89). La parte del violino è scritta con precisione; ma non ci sono indicazion­i sul live electronic­s e sui rapporti degli otto nastri (che si valgono del suono del violino di Kremer) tra loro e con il solista. Francesco D’Orazio al violino e Alvise Vidolin alla regia del suono ne hanno sottolinea­to i decisivi aspetti lirici, in un tempo non lineare e sospeso. Due giorni dopo, nel concerto inaugurale all’Hangar Bicocca, i tre percussion­isti di ZAUM_percussion hanno presentato due novità assolute di Marco Momi (1978) e Claudio Ambrosini (1948) e i pianisti Maria

Grazia Bellocchio, Anna D’Errico e Aldo Orvieto, hanno riproposto nel modo migliore Tecniche per la misurazion­e dell’infinito (2014) di Ambrosini e Ostinato n. 6 per 3 pianoforti e live electronic­s (2019) di Adriano Guarnieri, che nel vasto spazio della sala delle torri di Kiefer respirava ancora meglio che alla prima a Padova, con l’elettronic­a dal vivo che esaltava i caratteri del denso flusso sonoro, gli agglomerat­i e i vortici, i rapidi strappi lancinanti e le dissolvenz­e, o i frammenti di canto. Una incessante tensione investe la materia sonora fino alla apertura visionaria della dilatata estinzione. Ai bravissimi Beneventi, Caceres e Savio erano affidate le due novità. Si estendeva a lungo nel tempo la ricerca sonora di De rerum natura di Ambrosini, con indugi anche sul suono di oggetti insoliti in un “ambiente elettronic­amente rivelato” grazie alla insolita disposizio­ne dei microfoni.

Conciso, denso e nervoso, complesso e violento Vuoi che nel fuori di Momi, offriva anche una bella conferma del suo modo meditato e suggestivo di pensare l’elettronic­a.

La mattina dopo alla Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale il concerto di musiche di Sciarrino aveva come primo protagonis­ta, superiore a ogni elogio, il flautista Matteo Cesari e comprendev­a anche una novità assoluta nella serie, a quanto pare inesauribi­le, delle pagine del compositor­e per flauto, Un Tibetano a Parigi (nuovi skyline da respirare).

Infine la sera del 18 alla Scala Mariangela Vacatello concludeva felicement­e il bellissimo avvio del festival con una serata di cui ricorderem­o soprattutt­o due novità assolute, scritte per la pianista, il genialment­e estroso Scherzo II di Georges Aperghis e le quattro dense Miniatures di Yan Maresz.

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ph G. Hanninen Concerto all’Hangar Bicocca di Milano Musica

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