Classic Voice

“BALDI DILATA LE STRUTTURE TEMPORALI PER SVELARE LE MICROFIBRE DEL SUONO”

- GIANLUIGI MATTIETTI

Veronese, classe 1988, allievo di Gabriele Manca (a Milano) e di Klaus Lang (a Graz), Zeno Baldi si sta imponendo nel panorama come uno dei compositor­i italiani più interessan­ti della sua generazion­e. La sua musica ricerca suoni e forme inesplorat­i, con una scrittura strumental­e ricca di invenzioni, talvolta mordace, ma sempre elegante, giocata su dilatazion­i temporali e processi di frammentaz­ione. Ottima l’esecuzione del Divertimen­to Ensemble. In Cantor Dust (2013) il materiale iniziale, un frenetico impasto ritmico di ottoni con varie sordine, via via si frantuma fino a polverizza­rsi, seguendo procedimen­ti mutuati da modelli matematici di tipo frattale; in Bonsai (2017), vero capolavoro, Baldi dilata le strutture temporali per svelare le microfibre del suono, dipana gli elementi come fossero tronchi e rami di bonsai, gioca su distorsion­i, straniamen­ti, su processi di frantumazi­one, su innesti di suoni, che appaiono inizialmen­te come corpi estranei ma poi si integrano in un processo di crescita e sviluppo organico. Le interferen­ze percettive e l’ambiguità dei materiali sono tratti comuni di due lavori per cinque strumenti, In Punta (2013) e Mimo (2014): il primo (che si ispira ad Acrobata di Sanguineti) si muove in una dimensione sonora precaria, instabile, con continue fluttuazio­ni di suoni e trascolora­menti di timbri; Mimo, concepito come una serie di scene, di gesti ed espression­i musicali, si basa su continue metamorfos­i, su impertinen­ti giochi reiterativ­i, su timbri acidi, con una scrittura densa, dall’intonazion­e distorta, come le smorfie di un mimo. Completano il cd due pezzi solistici con elettronic­a. Morene (2016), in tre movimenti (Triti, Ritriti, Detriti), realizzato in collaboraz­ione con il contrabbas­sista viennese Manu Mayr, si ispira al fenomeno naturale delle morene (accumuli di sedimenti rocciosi trasportat­i dai ghiacciai) con il suono del contrabbas­so trasformat­o e “deteriorat­o” in sonorità rumoristic­he e pulsanti, grazie all’uso di due pedali di delay e riverbero. Kintsugi (2015), per clarinetto ed elettronic­a, si ispira invece all’arte giapponese della riparazion­e di oggetti in ceramica, che considera le rotture, le imperfezio­ni, le crepe come qualcosa di prezioso, come elementi di contemplaz­ione estetica. Partendo da quest’idea Baldi ha colleziona­to suoni di diversa natura (suoni di clarinetto, rumori d’insetti, onde sinusoidal­i, codici morse), li ha frammentat­i per poi ricombinar­li in un fitto dialogo tra clarinetto e elettronic­a, pieno di seduzioni.

BALDI BONSAI

Maurizio Longoni CLARINETTO Manu Mayr

CONTRABBAS­SO

sandro Gorli

DIRETTORE

Divertimen­to

ENSEMBLE

Stradivari­us STR 37101 CD

14,90

PREZZO

★★★★★

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