Classic Rock (Italy)

Oltre la canzone

THE NEXT BIG NIENTE è un disco libero, pieno di suoni, idee, influenze. Perché i Bud Spencer Blues Explosion volevano ripartire da zero.

- Intervista: Antonio Bacciocchi

Acinque anni da VIVI MUORI BLUES RIPETI, il duo romano torna con un album in cui psichedeli­a, il loro classico rock blues contaminat­o e d’avanguardi­a, kraut e tanto altro vanno a braccetto in un lavoro free, tra improvvisa­zione e una totale libertà espressiva e creativa. A loro la parola.

THE NEXT BIG NIENTE è fortemente sperimenta­le. Come è nata l’idea di un lavoro così anomalo?

Adriano Viterbini: Abbiamo registrato quello che avremmo voluto ascoltare, cercando di coniugare lo spirito live con l’energia che ci caratteriz­za. È un album duttile dove la musica è volutament­e svincolata dalla forma canzone, ma raccontata con immagini quasi cinematogr­afiche.

C’è molta attitudine psichedeli­ca, ma anche uno sguardo a certe sonorità “desert rock”, tipo Bombino, Tinariwen o Mdou Moctar. È un riferiment­o?

Adriano: Sono sonorità che fanno parte del presente. Certe cose le abbiamo ascoltate, digerite e fatte nostre. Anche se non volevamo certo fare world music! A noi piace collaborar­e a progetti diversi dal nostro e di conseguenz­a quel background poi salta fuori, soprattutt­o quando fai cose non pensate o progettate.

Ci sono album o gruppi che hanno influenzat­o THE NEXT BIG NIENTE?

Cesare Petulicchi­o: Non siamo partiti da nessun progetto prestabili­to. Durante la pandemia abbiamo ascoltato moltissima musica. Da quel pessimo periodo è uscita, in generale, tantissima bella musica, tanti dischi davvero interessan­ti, e poi dal momento in cui si è ritrovata la libertà e il fatto che fosse come ripartire da zero, ha reso certe produzioni come una specie di nuovo esordio. Da lì abbiamo accumulato tante influenze, suoni, idee. Abbiamo utilizzato elettronic­a e altro, andando oltre la “normale” canzone.

Nonostante esistano molti altri esempi, la formazione a due resta comunque piuttosto inusuale. L’avete avvertita a volte come un limite?

Cesare: In realtà, la percepiamo come una ricchezza. Partendo dalle nostre matrici, che possono essere quelle del Delta blues, abbiamo la possibilit­à di improvvisa­re, di andare verso qualsiasi direzione. Una prospettiv­a differente e stimolante, rispetto a una formazione più canonica e tradiziona­le.

In Italia la situazione concertist­ica è sempre piuttosto problemati­ca, con locali tecnicamen­te precari e grandi eventi spesso gestiti malamente a scapito del pubblico. La vostra esperienza?

Cesare: Credo che siamo fortunati: in Italia esiste un giro alternativ­o con persone che riescono a vivere del proprio lavoro senza dover fare necessaria­mente pop. Questo grazie a una rete di locali, sia quelli ormai classici che parecchi nuovi che hanno aperto. Il problema è che siamo abbastanza isolati dall’Europa. Il linguaggio italiano è ritenuto ancora poco comprensib­ile, e in genere quando vai all’estero ti vengono a vedere prevalente­mente gli italiani. THE NEXT BIG NIENTE è recensito a pag. 83.

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Bud Spencer Blues Explosion: (s-d) Cesare Petulicchi­o e Adriano Viterbini.

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