Mandarin Oriental, Paris dove la moda incontra il benessere
Capitale indiscussa dell’haute couture è Parigi. La sua fama inizia già dalla metà del diciannovesimo secolo, quando furono aperti gli studi dei primi stilisti, e quando il Ministero dell’industria e la Fédération française de la Couture fissarono alcuni parametri, tutt’ora vigenti, che imponevano che gli abiti fossero fatti su misura per ogni singola cliente e con la collaborazione di almeno venti dipendenti a tempo pieno impegnati nella complessa gestione di materiali e tessuti ricercati da controllare alla perfezione. Ogni maison, inoltre, s’impegna a presentare due collezioni l’anno, ovviamente nelle settimane della moda cittadine e si calcola che possano volerci oltre 800 ore di lavoro per la produzione di una collezione, una mole di lavoro
che lascia intendere la dimensione di lusso, cura ed esclusività che raccoglie l’esperienza di avere un abito realmente unico, ideato e cucito su misura. Fra i luoghi in cui la grande moda è di casa c’è sicuramente il Mandarin Oriental Paris, uno dei selezionati “Palace” di Parigi, riconoscimento che finora è stato assegnato a un piccolo gruppo di cinque stelle che contribuiscono a rappresentare l’eccellenza francese nel mondo. Posto su Rue Saint- Honorè, una strada dove i negozi di alta gamma si susseguono come pochi altri luoghi al mondo, l’hotel si trova in un edificio degli anni ‘30, in cui l’eleganza parigina, espressa dagli elementi Art Deco, si combina con il gusto orientale, frutto di un’attento intervento che ha voluto riproporre il tema dell’atelier, del luogo in cui il dettaglio è considerato elemento di forza, in un ambiente che nei secoli è stato prima un convento, un ippodromo, un teatro e addirittura una scuola d’equitazione. L’architetto JeanMichel Wilmotte ha curato il rinnovamento dell’edificio a livello strutturale, oltre alla facciata e al patio interno, mentre Sybille de Margerie ha immaginato l’interior design di camere, suites,
SPA e spazi comuni. Lo studio di interior design Gilles &Boissier è invece intervenuto sull’intero Appartamento Parigino di 430 mq. Gli ospiti che entrano nella lobby dell’albergo possono vivere la sorpresa di uno spazio elegante, arricchito di opere d’arte, mobilio, libri in consultazione che racchiudono lo spirito dell’ospitalità Mandarin Oriental. Dal piano terra è posssibile raggiungere tutta la proposta gastronomica dell’albergo, che gode del contributo e della guida di Thierry Marx, Executive Chef di tutto l’albergo. Sur Mesure è un ristorante già premiato con due stelle Michelin, progettato dallo studio Jouin Manku, e conosciuto per il design di forme, tessuti e colori, che ricorda una navicella spaziale: l’invito è quello di sperimentare nuove sensazioni. Il Camélia, lo spazio dove è servita la colazione, è il naturale prosieguo del giardino interno, di cui gode la luce e in cui si può notare l’influenza che la tradizione nipponica ha sulla cucina di Thierry Marx, mentre L’honorè propone atmosfere più rilassanti e calde, senza per questo dover rinunciare all’eleganza, con un menu che spazia dalla mattina al tardo pomeriggio. Infine, il Bar 8 è ideale per l’aperitivo, in un ambiente curato nei dettagli e senza dubbio contraddistinto da un bancone di nove tonnellate di marmo marrone, un pezzo unico estratto in Spagna per poi essere modellato in Italia. Con 96 stanze e 39 suites, fra le più spaziose di tutta Parigi, l’albergo viene incontro alle esigenze di ogni tipologia di ospite, ma per le personalità più esigenti e prestigiose sono a disposizione anche l’oriental Penthouse Suite di 162 mq,
la Mandarin Penthouse Suite di 350 mq e il già citato Appartamento Parigino di 430 mq. Nelle camere e nelle suites, il lavoro di Sybille de Margerie ha puntato a offrire la quintessenza dell’identità parigina, con colori decisi, materiali ricchi, spazi separati che permettono di vivere la stanza in maniera unica, con bagni opulenti che soddisfano la necessità di benessere: per confermare il rapporto con la città, la designer ha scelto la presenza di immagini scattate da due fotografi, entrambi trasferiti nella città francese, ma cresciuti altrove, l’americano Man Ray e l’iraniano Ali Mahdavi, che hanno letto con i loro occhi il fascino unico della capitale francese. Con uno sforzo strutturale non indifferente, Mandarin Oriental, Paris ospita dal primo giorno della sua apertura una SPA, fra le più grandi del
la città, a testimonianza del grande legame fra catena alberghiera e proposta wellness. All’ingresso si nota la presenza di una struttura che richiama la natura floreale e permette di raggiungere al pano superiore lo spazio dedicato al fitness, o piuttosto dirigersi verso la piscina interna. Predominano i colori tenui e i motivi naturali utilizzati con gusto e cura, per procurare una sensazione onirica e rilassante, obiettivo principale della SPA. Sette cabine suites, di cui tre per coppia, progettate come ambienti confortevoli ideali per vivere il piacere di uno dei trattamenti selezionabili nel ricco menu. Sviluppati con la consulenza di specialisti di medicina cinese e maestri aromaterapisti, i trattamenti Signature combinano la conoscenza dei meridiani orientali con una speciale selezione di oli essenziali scelti a seguito di una breve intervista che chiarisce lo stato psico- fisico dell’ospite. In sintesi una formula esclusiva in cui lusso, attenzione per il dettaglio, benessere e gastronomia rappresentano la cifra del Mandarin Oriental, Paris che si prende cura di ogni esigenza, con un approccio che ricorda la cura degli stilisti quando disegnano, progettano e sviluppano un abito unico. Un albergo come un atelier, dove sperimentare in prima persona il concetto di l’haute couture dell’ospitalità.