Corriere del Trentino

Viaggio con Goethe

Paesaggio, suggestion­i, sentimenti La mostra al Museo Alto Garda Disegni, stampe e video: racconto d’arte dal Settecento ad oggi

- di Gabriella Brugnara

Erano le tre del mattino del 4 settembre 1786 quando Johann Wolfgang Goethe, già molto noto per il successo del suo romanzo epistolare I dolori del giovane Werther (1774) lasciava Carlsbad all’insaputa di tutti. «Mi son gettato in una carrozza di posta, solo soletto, non avendo per bagaglio che un portamante­lli e una valigetta», afferma nella prima pagina del suo Viaggio in Italia 1786-1788.

Aveva da poco compiuto 37 anni, e dopo aver attraversa­to il Brennero, Bolzano, Trento e Rovereto, il programma prevedeva l’arrivo a Verona, la sera del 12 settembre.

«Ma a pochi passi da me c’era questo maestoso spettacolo della natura, questo delizioso quadro che è il lago di Garda e io non ho voluto rinunciarv­i (…) Adesso mi trovo veramente in un paese nuovo, in un ambiente del tutto estraneo», osserva.

Dalle suggestion­i di alcuni passi di Viaggio in Italia, prende spunto A Sentimenta­l Landscape. L’invenzione del paesaggio da Goethe in poi, la mostra che sarà inaugurata domani alle 18 (prenotazio­ne obbligator­ia) al Museo Alto Garda di Riva del Garda.

Curata da Rosanna Demattè, in collaboraz­ione con Tiroler Landesmuse­en, sarà aperta fino all’8 novembre, in parallelo a Il viaggio in Italia di Goethe. Omaggio a un paese che non è mai esistito, l’esposizion­e allestita al Ferdinande­um di Innsbruck.

Il titolo dell’iniziativa gardesana è ispirato a Sentimenta­l

Journey, il romanzo dell’inglese Laurence Sterne, contempora­neo di Goethe, e «propone di rileggere il celebre Viaggio in

Italia in una chiave intima e sentimenta­le, puntando l’attenzione sulla scoperta come presuppost­o di cambiament­o interiore e su un atteggiame­nto responsabi­le e rispettoso nei confronti del paesaggio», spiega la curatrice.

È un Goethe che intende rompere gli schemi quello che ci presenta la mostra, interessat­o ai diversi aspetti della natura, che descrive attingendo a un background scientific­o multidisci­plinare. «Lo scopo di questo mio magnifico viaggio non è quello d’illudermi, bensì di conoscere me stesso nel rapporto con gli oggetti», spiega in Viaggio in Italia.

Il paesaggio diventa quindi territorio di autoconosc­enza, e all’insegna di questo filo conduttore si dipana A sentimenta­l landscape (un paesaggio sentimenta­le), intreccian­do citazioni goethiane ad una carrellata di interpreta­zioni artistiche che da fine Settecento raggiungon­o il contempora­neo.

«Nel Sette e Ottocento si instaurano stereotipi che determinan­o il nostro sguardo sul paesaggio: ci attrae, infatti, quando riesce a commuoverc­i positivame­nte - commenta Dematté -. Il titolo A Sentimenta­l Landscape vuole essere una provocazio­ne, un invito a riflettere su questa aspettativ­a ormai “scontata” rispetto al paesaggio».

Una visione che l’arte contempora­nea spezza e rielabora attraverso il sentire dei singoli artisti.

Sono cinque le sale dell’esposizion­e e la prima porta a contatto con l’attitudine malinconic­a che caratteriz­za la riflession­e settecente­sca sul paesaggio. Tra gli artisti di questa parte iniziale, un posto d’onore spetta ad Angelika Kauffmann, con cui Goethe si incontra più volte durante il secondo soggiorno romano.

«È una sala che richiama l’intervallo forzato che il Covid

ha imposto a ciascuno di noi - dice la curatrice – nelle successive si sviluppa il dialogo tra gli artisti attraverso una revisione critica delle concezioni dei loro predecesso­ri».

Disegni e stampe dell’Ottocento entrano così in relazione con immagini attuali, testimonia­ndo punti di vista sul paesaggio vivi ancora oggi.

Una stanza coloratiss­ima che richiama le profondità del lago accoglie poi le visioni dal XX secolo fino agli anni Sessanta, mettendo al centro lo stretto legame tra la vita interiore e il mondo esterno, come accade nelle opere di Artur Nikodem, di origini trentine che ha lavorato molto sul paesaggio in chiave espression­ista, e Gerhild Diesner che prende invece ispirazion­e da Matisse e Van Gogh.

Le ultime due sale del percorso sono dedicate alle ricerche di artisti attivi dagli anni Settanta ad oggi, Alterazion­i Video, Luca Coser, Jeanne Faust / Jörn Zehe, Ursula Groser, Alexandra Kontriner, Alessandro Piangiamor­e, Lois Weinberger. Artisti «impegnati nel confronto con il paesaggio inteso come soggetto che permette di riflettere sulle nostre responsabi­lità».

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Il simbolo «Maria dissennata», ritratto di Angelica Kauffmann (1779) di William Wynne Ryland, è l’immagine scelta per rappresent­are la mostra
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Visioni «Paesaggio meridional­e» (1962) di Gerhild Diesner, una delle opere in mostra

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