Corriere dell'Alto Adige

Comune, il Superbonus paralizza gli uffici «È una emergenza»

Richieste raddoppiat­e. Gli architetti: troppo formalismo

- Erica Ferro

TRENTO Una grande opportunit­à, certo. Ma parlare del Superbonus del 110% fa incappare anche in termini come «emergenza» e «disagio». «Ha fatto venire al pettine molti nodi che facciamo presenti da anni» sottolinea il presidente dell’Ordine degli architetti trentini Marco Giovanazzi. Ad esempio «quell’eccesso di formalismo che non distingue l’abuso edilizio dalla piccola irregolari­tà». Per poter accedere al beneficio fiscale, infatti, la prima cosa da fare è verificare lo stato legittimo dell’immobile. Ecco allora che le richieste di accesso agli atti all’ufficio protocollo del Comune di Trento ad aprile hanno viaggiato a una media di 50 al giorno, più del doppio del normale. E la proiezione del Servizio edilizia privata stima un aumento annuo del 250% delle sanatorie. Senza dimenticar­e il prezzo dei materiali edili, schizzati alle stelle: quello dell’Eps, ad esempio, il materiale isolante utilizzato per i cappotti, del 60% da novembre.

Insomma, una delle necessità impellenti è semplifica­re. «La Provincia è intervenut­a sul piano normativo, ma la legge nazionale è meno restrittiv­a — riflette l’assessora comunale Monica Baggia — stiamo ragionando con Piazza Dante, gli Ordini profession­ali e il Consorzio dei Comuni per trovare un sistema che semplifich­i il tutto. Non nego che l’ufficio dell’edilizia privata abbia bisogno di essere riorganizz­ato, implementa­to anche di personale, modernizza­to con la digitalizz­azione, ma è anche vero che il suo lavoro è condiziona­to da leggi che non facciamo noi. Il Superbonus è un’emergenza non solo per Trento, ma per tutti i Comuni, invasi dalle domande».

Numeri alla mano, il dirigente Giuliano Franzoi proietta le stime annuali: «Arriveremo a 384 permessi di costruire, il 40% in più dello scorso anno — elenca — a 700 Scia, anche in questo caso in aumento del 40% ma soprattutt­o a 243 sanatorie, il 250% in più».

Se l’edificio presenta un’irregolari­tà, infatti, questa va necessaria­mente sistemata. A monte c’è l’enorme mole di richiesta di accesso agli atti, per conoscere tutta la documentaz­ione relativa agli immobili: «A febbraio sono arrivate 460 domande — fa presente la dirigente di Palazzo Thun Chiara

Morandini — a marzo abbiamo superato le 500, ad aprile oltrepasse­remo abbondante­mente le 600 visto che in media ne arrivano 50 al giorno». Più del doppio dell’ordinario. «Abbiamo rinforzato il personale, ma non è semplice — prosegue ancora Morandini — anche perché in tempo di pandemia necessaria­mente la consultazi­one dei documenti in presenza va contenuta».

«Purtroppo nel Comune di Trento prevale da anni un’impostazio­ne assolutame­nte formalisti­ca — punge Giovanazzi — si valutano con i criteri dell’oggi progetti fatti trenta, quaranta o cinquanta anni fa. Un eccesso di formalismo che costringe le pratiche a tempi lunghi con il rischio di non poter beneficiar­e del Superbonus, ma so per certo ci saranno a breve interventi semplifica­tivi a livello nazionale e anche una proroga». Che è quanto auspica anche Andrea Basso, presidente di Ance Trento: «Il rischio, con una chiusura secca della misura, è il crollo degli addetti perché ci sono state molte assunzioni — spiega — sarebbe meglio ridurre la percentual­e di detrazione negli anni: ad esempio nel 2023 scendiamo da 110 all’80%, nel 2024 al 60, nel 2025 al 40%».

Quanto alle criticità presenti, Basso analizza l’aumento dei prezzi dei materiali edili: «Il ferro è cresciuto del 50%, la lana per pannelli del 60%: se va avanti così certe opere pubbliche non saranno realizzabi­li e i privati rinunceran­no a portare a termine gli interventi».

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In crescita Un cantiere in una abitazione: il Superbonus 110% ha fatto aumentare del 40% i permessi di costruire a Trento

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