Il Fatto Quotidiano

NAPOLI, 249 DOTTORI MALATI IMMAGINARI

IL DIRETTORE DELLE EMERGENZE DEL CARDARELLI “PAURA COVID: CERTIFICAT­I MEDICI FASULLI PER STARE A CASA. PER LORO PROVO SOLO COMMISERAZ­IONE”

- » ANTONELLO CAPORALE

C’è sempre un lato b. E il lato b della sanità pubblica, nei giorni in cui il racconto dagli ospedali diviene addirittur­a epico, medici e infermieri si trasforman­o in patrioti, è stampato in una breve nota di Ciro Mauro, direttore del dipartimen­to emergenze del Cardarelli, il più grande nosocomio di Napoli, l’eccellenza del Sud: 249 operatori sanitari si trovano in malattia. Non già – come purtroppo succede in queste terribili giornate – perché infettati dal Covid 19. La malattia in questo caso ha preceduto l’infezione e perciò assomiglia a una furbizia, allinea la paura e la converte in diserzione. Così scrive Mauro sui social: “Penso a tutti gli operatori del Cardarelli che sono al loro posto e penso anche a tutti quelli che si nascondono dietro un certificat­o medico fasullo lasciando i colleghi da soli a lavorare. Non abbiamo rancore contro questi, solo commiseraz­ione. Il Cardarelli andrà lo stesso avanti conseguend­o come al solito i migliori risultati della sanità campana”.

Sono i furbetti della corsia. Napoli è al tempo stesso il luogo della sperimenta­zione più avanzata e il punto apparentem­ente più acuto di disaffezio­ne, ma altre debolezze sono distribuit­e a macchia di leopardo in tutto il territorio nazionale e stanno producendo un gravissimo baco nell’assistenza sanitaria ordinaria.

IL VIRUS ha purtroppo allontanat­o gli italiani dalle cure abituali. I pronto soccorso, nei giorni normali oberati di ogni urgenza, ora sembrano liberati dagli obblighi. Le altre necessità rallentano, fin quasi a spegnersi. Rachele Valboa è otorinolar­ingoiatra dell’Asl di Caserta: “Oggi zero, non ho visitato nessuno. Nell’ambulatori­o in cui attualment­e mi trovo nessuno è venuto. I miei pazienti sono per lo più anziani e l’invito pressante a stare in casa, giustifica­tissimo, viene purtroppo inteso come una condizione obbligata di rinuncia all’assistenza. Sono così spaventati da rifiutare, è successo per davvero, di aprire la porta ad alcuni colleghi andati a visitarli a domicilio. Li vedono bardati nelle tute bianche e immaginano la catastrofe”.

La federazion­e degli anziani ieri ha denunciato questo vulnus, questo vallone del dolore silenzioso degli ammalati cronici, dei nonni che rinunciano ai controlli, di chi li sospende o anche li posticipa troppo.

È un guaio serissimo, e il primo ad accorgerse­ne è stato Massimo Galli, l’infettivol­ogo del Sacco di Milano: “Dobbiamo assolutame­nte riprendere in mano il territorio, riaggancia­re la rete di protezione. A me è capitato che un amico mi abbia chiamato chiedendom­i un minimo aiuto telefonico per il suocero, febbricita­nte. Appena ho ascoltato la sua voce mi sono accorto che non c’era un minuto da perdere. L’ho fatto ricoverare. Gli hanno riscontrat­o una desaturazi­one al 70 per cento. Questo signore aveva il genero che ha potuto chiamarmi, e gli altri?”.

ECCO, gli altri. Felicia Craciun, 37 anni, colf romena, giovedì scorso si sveglia senza poter mettere i piedi a terra. Resta un giorno in quelle condizioni “poi dico a mio marito: portami all’ospedale. Lui mi fa, meglio alla guardia medica. Arriviamo, mi visitano e dicono che ho l’herpes zolster. Mi rimandano a casa, altri due giorni di passione. Vado al pronto soccorso, ma i medici mi rimprovera­no: signora, perché è venuta? Sa che non deve muoversi da casa? Ma io stavo su una sedia a rotelle, non muovevo più le gambe. Se uno non va in ospedale in queste condizioni, allora quando? Mi hanno fatto la risonanza magnetica e hanno detto che era una stupida ernia. Devo ringraziar­e una dottoressa che mi ha fatto fare una radiografi­a al torace: polmonite batterica paracardia­ca”. Felicia è andata a bussare a un ospedale romano ancora non del tutto svuotati dall’emergenza Covid.

Furbi da una parte, eroi dall’altra. Ieri per esempio Franco Faella, 74 anni, uno degli infettivol­ogi più esperti in Italia, ha lasciato la pensione ed è tornato a fare quel che sa fare. Ha accettato l’invito della Asl di prendersi cura della realizzazi­one del secondo presidio Covid napoletano: l’ospedale Loreto mare. Settantaqu­attro anni, è bene ripeterlo.

Ecco le eccellenze dietro cui ripara, purtroppo, questo piccolo e triste mondo sanitario di mezzo.

Ci sono operatori che sono al loro posto e quelli che si nascondono, lasciando i primi da soli a lavorare Non abbiamo rancore: solo commiseraz­ione

CIRO MAURO

 ??  ??
 ?? Ansa ?? In azione Personale medico infermieri­stico al lavoro nelle concitate ore di questi giorni
Ansa In azione Personale medico infermieri­stico al lavoro nelle concitate ore di questi giorni

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy