Corriere della Sera

Il G2 Obama-Merkel La geopolitic­a si fa con il portafogli

- di Danilo Taino @danilotain­o © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Il vertice dei Sette si aprirà con l’incontro dei Due. Domenica mattina, in Baviera, al castello di El mau, Angela Merkel, padrona di casa, incontrerà per primo, a quattrocch­i, Barack Obama. La donna considerat­a più potente al mondo e l’uomo per definizion­e più potente al mondo. La cancellier­a, a dire il vero, ha probabilme­nte parecchi anni di carriera davanti, il presidente è nella fase calante del suo mandato: nonostante la non ininfluent­e asimmetria, però, la riunione bilaterale Germania-Stati Uniti stabilirà i contenuti e il tono del summit del G7.

Frau Merkel si è messa nella posizione di guardare Obama negli occhi sui temi caldi di cui i Grandi discuteran­no: quelli geopolitic­i. Sull’Ucraina lavora da oltre un anno per tenere insieme gli europei nella risposta alla Russia: e le sue posizioni, ad esempio il rifiuto di mandare a Kiev armi letali, hanno almeno in parte influenzat­o le scelte di Washington. Sulla crisi della Grecia, dalla quale si era tenuta lontana, lunedì scorso è intervenut­a direttamen­te e ha aperto quella che sarà la fase conclusiva del negoziato tra Atene e i creditori: l’Amministra­zione Obama, critica con la Germania per la gestione prolungata della vicenda, non la potrà accusare di inazione.

Il problema, per Frau Merkel, è che le crisi, quando sono solo tamponate, hanno una forza e una direzione loro. Ad Atene, il caos politico è uno scenario probabile nei prossimi giorni. In Ucraina, da 48 ore sono ripresi gli scontri, con vittime anche civili. E di fronte alle due crisi i Sette non hanno molte armi, se non quella finanziari­a. Della Grecia, si sa: avrà bisogno di un altro prestito, 50-60 miliardi almeno, se accetterà le condizioni dei creditori. Ma anche l’Ucraina è del tutto dipendente dagli aiuti economici esteri.

Il Fondo monetario internazio­nale, che con il governo di Kiev sta discutendo un prestito di 17,5 miliardi, il 31 maggio ha rivisto le stime di crescita del Paese per quest’anno, da meno 5,5% a meno nove per cento. Un disastro che dovrà essere affrontato dall’Occidente in modo risolutivo se non vuole che si apra un buco nero ai confini dell’Europa. Da un punto di vista geopolitic­o, in altri termini, i Sette devono essere pronti a mobilitare, più che le truppe, i portafogli. È un terreno sul quale sia Frau Merkel che Mister Obama di solito sono, giustament­e, molto cauti. Ma se il G2 ha qualcosa da dire, domenica mattina dovrà battere un colpo.

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