Corriere della Sera - La Lettura

Vorrei sposare Ornella Muti

- Di SEVERINO COLOMBO

David Walliams è un popolare e irriverent­e autore «Ora racconto il Blobfish, il pesce più brutto»

«Ecco la mia prima intervista a un giornale italiano, stiamo facendo la Storia. E vorrei subito far sapere alle donne italiane che al momento sono single e che amo la pasta». Si presenta così David Walliams (non è un refuso, scopriremo), personaggi­o molto popolare in Gran Bretagna: attore, conduttore televisivo e scrittore per bambini. In quest’ultima veste arriva a Bologna.

Dove trova ispirazion­e per i suoi libri? A esempio per il suo libro d’esordio «Campione in gonnella»?

«È in parte autobiogra­fico, mia sorella mi vestiva spesso da ragazza quando ero più giovane. L’ultima volta è stata quando avevo 42 anni. L’ispirazion­e viene da molte parti: attingendo dalla propria esperienza, ascoltando le storie degli amici, inventando storie immaginari­e di sconosciut­i. Penso che l’idea sia come un seme, e un libro un albero nato da quel seme».

Il suo ultimo libro per bambini, «Blob», appena uscito è già in vetta alle classifich­e. Di cosa parla?

«Ci sono molti libri su animali bellissimi come leoni, cavalli ed elefanti, ho voluto scrivere una storia su quello più brutto, il Blobfish. Per quanto ne so nessuno l’ha mai messo in una storia. Il libro racconta di un ragazzino, Bob, che viene preso in giro per la sua faccia buffa e che al locale zoo fa amicizia con uno strano animale con cui ha qualcosa in comune».

Il suo umorismo è mescolato con cinismo, cattiveria e cose orribili... È il nuovo humour inglese?

«Il mio eroe letterario è Roald Dahl, che mescola perfettame­nte umorismo e parti più cupe. È qualcosa che ho imparato dal mio maestro. Cerco di scrivere libri il più possibile divertenti. Non penso di fare opere di alta letteratur­a, voglio solo intrattene­re i giovani lettori, così non penseranno che i libri sono noiosi»

Quali sono i suoi autori per ragazzi preferiti? E quali erano da bambino i libri che teneva sul comodino?

«Mio padre quando ero piccolo mi leggeva i libri del Dr. Seuss. Ora io li leggo a mio figlio. Li amo perché sono particolar­i, a nessuno sarebbero venute in mente opere così piene di immaginazi­one». È stato paragonato a Roald Dahl...

«È un onore essere accostato al proprio eroe. Ma non sono certo che lui ne sarebbe contento se fosse ancora vivo. Non penso che i miei libri abbiano la stessa qualità dei suoi, è il più grande autore per bambini di tutti i tempi, ma cerco di catturare il suo spirito in quello che scrivo. Quando leggi i libri di Dahl hai la sensazione di fare qualcosa di proibito e che dovresti leggerli sotto le coperte con una torcia. Mi piacerebbe se anche i miei libri In venisseron­ove anni letti ha così». venduto oltre 17 milioni di copie. Che cosa trovano i giovani lettori nelle sue storie?

«Immagino che si sentano come se io parlassi direttamen­te a loro; come se la mia fosse una voce di cui fidarsi per divertirsi. J. K. Rowling ha venduto 500 milioni di copie: provi a chiedere a lei» Perché ha cambiato il cognome da Williams a Walliams?

«Dovevo iscrivermi al sindacato degli attori. C’era già un David Williams, così ho cambiato. È noioso ma è la verità».

Dal 2012 lei è giudice al talent show «Britain’s Got Talent». Quanto conta il talento per i bambini? Come ognuno può trovare il suo? Che cosa direbbe a chi pensa di non averne?

«È molto interessan­te e stimolante incontrare bambini che dedicano il loro tempo ad aiutare gli altri, come prendersi cura di un genitore, piuttosto che un bambino viziato che vuole diventare famoso. Riguardo al talento, tutti noi abbiamo qualcosa che possiamo fare. Penso che i bambini debbano essere incoraggia­ti in qualunque cosa vogliano fare, eccetto se è qualcosa di terribile come accendere fuochi o prendere a calci i gatti».

Attore, scrittore, conduttore televisivo, sportivo... Sa fare bene tutto; qual è il suo segreto e, soprattutt­o, quante ore hanno le sue giornate?

«Lavoro tanto. Non penso di essere il migliore in qualcosa, ma dedico ore per fare quella cosa al meglio. Per scrivere un libro mi serve solitudine: lavoro da mattina fino a notte al computer, poi vado a letto sognando la storia nel subconscio».

videoclipL­e è stato di chiestolad­y Gaga,di partecipar­eha recitatoa unin «Terra davanti di a Pinter, nessuno»ha attraversa­todi Harold a Pinternuot­o sionila Manica... impossibil­i. Per Quallei nonè la ci prossima?sono misper «Mi me piacerebbe­è la donna più sposare bella Ornellamai esistita».Muti,

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